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Cronaca

I segreti dello studiolo di Francesco I

All'interno di Palazzo Vecchio si trova l'antico salotto di lavoro di Francesco I de' Medici. Uno degli esempi più alti del manierismo fiorentino, utilizzato anche come laboratorio alchemico.

Nel corso del '500 Giorgio Vasari venne incaricato di sovrintendere alla direzione del progetto, affiancato dagli umanisti Giovanni Battista Adriani e Vincenzo Borghini. Lo Studiolo venne suddiviso in due aree: una destinata agli uffici, mentre l'altra venne adibita a laboratorio alchemico. 

Fu proprio qui che Francesco I, poco incline alla politica, si rifugiava spesso per dedicarsi alle pratiche esoteriche. Non è un caso infatti che la stanza sia ricchissima di richiami esoterici, quali le personificazioni dei Quattro Elementi naturali (aria, acqua, terra e fuoco), uno dei punti cardini delle credenze alchemiche, o ancora le rappresentazioni di alcune entità alchemiche poste nei quattro riquadri angolari (rispettivamente La Flemma, fredda e umida come terra e acqua, Il Sangue, umido e caldo come acqua e fuoco, La Malinconia, fredda e secca come terra e aria e infine La Collera, calda e secca come aria e fuoco). 

Poco dopo la morte di Francesco I, avvenuta nel 1587, lo studiolo venne smantellato per ordine del fratello Ferdinando I, tanto da essere dimenticato per molti secoli. Soltanto nei primi del '900 l’allora soprintendente per i Beni culturali della Toscana Giovanni Poggi, coadiuvato da Alfredo Lensi, riscoprì il locale grazie ad alcuni frammenti degli affreschi presenti sul soffitto. Riportando così alla luce il celebre studiolo, uno degli ambienti più suggestivi di Palazzo Vecchio.

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