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Sciopero: sindacato contro Renzi “mente sapendo di mentire”

Battaglia sui numeri dati dal sindaco sull'adesione allo sciopero dei dipendenti di Palazzo Vecchio. Le notizie avevano l'intento di demolire la grande mobilitazione?

Quattordici percento secondo Renzi, molti di più secondo i sindacati. E’ bagarre sui numeri, da alcuni letti come un successo per altri visti come una menzogna. Seppur non presente, il sindaco continua a far parlare di sé. Vuoi per l’assenza alla manifestazione, vuoi per l’intervista rilasciata ad un tg non proprio vicino alla sinistra, nel giorno dello sciopero ed a poche ore dalla fine dei comizi di piazza Santa Maria Novella. Secondo la massima andreottiana (nel bene o nel male purchè se ne parli) tutto bene, fatto sta che la macchina sindacale è in rivolta. Sono i dati la causa scatenante della diatriba politica. Stavolta non si tratta della classica querelle con la questura ma di vecchie ruggini; in un'epoca lontana ma non troppo sarebbero state definite lotte intestine o meglio ancora interne alla sinistra. I fatti: alle tredici di ieri, il primo cittadino ha dato i primi dati, stile exit poll, sull'adesione dei dipendenti di Palazzo Vecchio allo sciopero: solo il 14% aveva incrociato le braccia, un parziale di poco più di uno su dieci.

Cifre che fin da subito non hanno convinto la Cgil la cui risposta non è tardata ad arrivare: “Mente sapendo di mentire”. “Perché come lui sa, o dovrebbe sapere - afferma in una nota Chiara Tozzi, segretaria della FP Cgil di Firenze - i dati sullo sciopero vengono inseriti il giorno successivo dal personale delle Segreterie perché il giorno dello sciopero detto personale può anche essere assente in quanto aderente all’agitazione. I dati diffusi dal Sindaco riguardano cinque direzioni su 22 ed è del tutto scorretto da un punto di vista matematico, oltre che etico, confrontare un dato parziale sul dato generale di tutti i dipendenti e da questo ricavarne una percentuale di adesione allo sciopero”. Questione matematica, appunto. Il sindacato non ci sta ed avvia la propria arringa: le notizie, affermano i vertici di Cgil, avevano lo scopo di demolire la grande mobilitazione messa in campo.

Che non corra buon sangue tra sindacato e il primo cittadino è noto da tempo, dal caso Marchionne in cui l'ex Margherita si schierò con il dirigente Fiat. Passando poi alla spinosa questione del Primo Maggio in cui la Regione fece da mediatrice, o nel dibattimento ancora in corso sulla privatizzazione di Ataf che peraltro a breve dovrebbe vedere un accordo tra le parti. Anche Usb, presente in forze al corteo pone degli interrogativi. Da dove sono stati estratti questi dati, considerando anche il fatto che i lavoratori si alternano su più turni in vari servizi? Tornando ai dipendenti pubblici, al centro della polemica nelle scorse settimane per atteggiamenti fantozziani, sebbene lo stesso primo cittadino abbia chiarito si trattasse di una battuta, la cosa certa per entrambe le organizzazioni sindacali è il fatto che neppure stamani fosse possibile ricavare il dato relativo alle adesioni.
Da dove scaturisce quel 14%? Qualcuno in Comune ha fatto male i conti. Chi? Due opzioni: o chi amministra la città o chi difende i lavoratori.
 

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