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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Via dè Benci e movida: si potrà bere in strada ma 'sottovoce'

E' stato firmato il patto che sfocerà in un atto amministrativo "perimetrale". Resta la patente a punti e gli steward ma si potrà bere in strada a patto di non alzare troppo i 'toni'

Qual’è la differenza tra un patto simbolico ed un regolamento amministrativo. La stessa che intercorre tra la firma apposta dagli esercenti di via de’ Benci e l’atto che il Comune di Firenze si appresta ad approvare ex novo. Sì perché, come detto dal vicesindaco Dario Nardella, “questo di oggi è l’anticamera della regola vera e propria”. Un regola “perimetrata” e calibrata sul nodo Santa Croce – via de’ Benci che prima approderà in giunta e poi in consiglio comunale. In sostanza la firma di oggi serve a poco, se non come atto di buona volontà, sperando che la Procura ne tenga conto. Il vero peso specifico di questa vicenda sarà determinato dal nuovo regolamento ad hoc; un elenco di norme che investiranno tutta l’area, a prescindere dai favorevoli o dai contrari. “Una norma può essere perimetrata ma non soggettiva”, come ha ricordato lo stesso Nardella. In pratica quello che è successo oggi, come rimarcato dal numero due di Palazzo Vecchio, “è un buon inizio”. L’ennesimo dopo i buon inizi della scorsa settimana.

PATTO – Una firma tuttavia oggi c’è stata, e quindi quali sono le novità rispetto alla bozza che Renzi inviò la scorsa settimana agli esercenti. Poche: resta la patente a punti per i locali (20 punti a scalare o aggiungere seconda il comportamento virtuoso o meno), che tra l’altro prevedrà delle sanzioni accessorie una volta terminato il bonus, “fino alla sospensione delle licenza per 5 giorni”; restano gli steward agli ingressi dei locali a vigilare sui comportamenti degenerativi della clientela; restano gli orari per la musica: musica bassa dalle 22:00 alle 8:00 nei feriali, dalle 23:00 il venerdì, il sabato e nei prefestivi.

STRADA – Una novità grossa introdotta in queste ore di fenetiche concertazione, sfogliando le pagine dell’accordo, alla fine salta fuori: nessun divieto a bere in strada, anche perché vietarlo “ci avrebbe riportato all’epoca più fosca del proibizionismo”, assicura Nardella. Si potrà bere insomma, a dispetto del precedente patto, ma con delle prescrizioni. Primo: il locale che somministra la bevanda non dovrà essere pieno, sia dentro che nei dehors. In quel caso stop alle spillatrici e ai cocktail. Secondo: chi beve fuori non dovrà fomentare comportamenti degenerativi. In quel caso saranno gli steward del locale ad invitare le persone ad un comportamento più consono. Un invito, solo quello, altro non gli è concesso, se non chiamare le forze dell’ordine.

E qui, sul controllo,  la questione si fa spinosa. Chi lo deve fare? Come? “L’ordine pubblico – precisa subito Nardella – non spetta agli esercenti. A loro chiediamo di non agevolare quei comportamenti che non vadano a scontrarsi con la quiete pubblica”. Parole che non convincono del tutto i gestori e sul piatto restano forti perplessità. Daniele Locchi, responsabile per la Confesercenti dei locali notturni, lo sottolinea chiaramente: “Nessun impegno potrà essere davvero fattivo se non ci sarà un controllo territoriale certo. Tutto questa discussione starà in piedi se il patto sarà corroborato dall’impegno delle forze dell’ordine”. Libero di bere, libero di stare in piedi o seduto, libero di stare fuori, ma di chi è la responsabilità del dopo e del cosa? Il patto forse in questo senso pone un accento forte sul gestore che chiama a compiere un primo sforzo per rompere le criticità di questa catena di Sant’Antonio che ha portato al provvedimento della Procura fiorentina. “Vorrà dire che ogni sera starò incollato al telefono ad avvertire i vigili”, dice uscendo uno dei gestori coinvolti nel sequestro.

PRESIDIO – I locali di via de’ Benci e le associazioni di categoria in verità avevano richiesto al Comune un presidio fisso dei vigili o delle autorità competenti. Su questo punto tuttavia l’intesa non si è trovata visto che Palazzo Vecchio non avrebbe potuto garantire l’impegno. Per questo infatti domani mattina il sindaco Renzi e Nardella incontreranno il prefetto e forse avvieranno quel “comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica” che aveva in mente il sindaco la scorsa settimana. Per adesso tuttavia nulla di certo se non l’impegno da parte del Comune di “effettuare assidui controlli nella zona del patto”. Assidua, sì, ma senza numeri ne dati: quanti uomini o pattuglie in più? “In questi giorni abbiamo innalzato l’impegno al massimo delle possibilità, assicuro che non sarò abbassato”, ha dichiarato Nardella. A

CITTA’ – C’è un’altra novità emersa nel pomeriggio. Il patto sarà esteso ad altre sette aree: Sant’Ambrogio, Santo Spirito, San Niccolò, piazza Carmine, via Palazzuolo, via Verdi, piazza Salvemini. Fatto il canovaccio si procederà zona per zona. I criteri principali resteranno gli stessi, anche se, a seconda delle peculiarità territoriali, sarà disposto qualche accorgimento. Il tutto poi seguirà la procedura inaugurata con via de’ Benci: passaggio in giunta ed in consiglio. “Vedremo se faremo atti distinti e specifici oppure un unico atto attraverso un meccanismo che andrà ad incrementare il primo. Il mio impegno è quello di chiudere la partita entro giugno”.
 

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