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Indagine sugli stipendi dei dirigenti, la Corte dei Conti assedia il Comune

I giudici contabili contestano a Palazzo Vecchio gli scatti in busta paga per 8 dirigenti. Tra i 100 e i 200 euro netti in più in busta paga. La Corte ipotizza il danno erariale

Corte dei Conti e Palazzo Vecchio, capitolo secondo. Questa volta a finire sotto la lente di ingrandimento della magistratura contabile sono le posizioni economiche di otto dirigenti comunali. Dopo l’indagine sul salario accessorio destinato ai dipendenti e oggetto di un asprissimo dibattito tra sindacati e amministrazione (quei famosi 50 milioni di euro di troppo secondo la Corte e il Mef), sul Comune di Firenze si abbatte una nuova grana. E la turbolenza in arrivo, c’è da scommetterci.

La vicenda parte lo scorso giugno quando l’amministrazione decide di rimodulare l’indennità per le otto figure dirigenziali in questione (Chiara Danti, Pietro Rubellini, Lucia Bartoli, Patrizia De Rosa, Chiara Marunti, Domenico Palladino, Stefania Fanfani e Vincenzo Cavalieri). In gergo tecnico questa operazione è definita ‘ripesatura’ delle indennità. La richiesta a questa operazione arrivò dall’allora assessore al personale Stefania Saccardi, l’analisi e quindi il via libera dall’Organismo di valutazione indipendente del personale (O.v.i). Tradotto in soldoni dai 100 ai 200 euro netti in più in busta paga ogni mese. Il tutto con valore retroattivo: i compensi in questione infatti sono stati calcolati a partire dal febbraio 2010.

GUARDIA DI FINANZA E CORTE – Quest’atto amministrativo tuttavia non passa inosservato. Gli accertamenti partono dalla guardia di finanza, poi tutto passa alla Procura della Corte dei Conti. I magistrati contabili a questo punto aprono un fascicolo ipotizzando un danno erariale. Parte l’inchiesta e Palazzo Vecchio in forma cautelativa sospende il provvedimento adottato in giugno. La procedura è stata “oggetto – come riportato nell’atto del Comune numero 10223 che sospende il pagamento dei compensi – di un accertamento della Guardia di Finanza e della Procura Generale della Corte dei Conti che hanno espresso rilievi di legittimità sull’operato dell’Organismo Indipendente di Valutazione, sugli atti della procedura e sui presupposti della decisione, individuando un’ipotesi di danno erariale, costituito da indebite indennità liquidate ai dirigenti responsabili di alcune strutture comunali”. Insomma per Corte si tratterebbe di denari non dovuti. Diverse le motivazioni di indagine. Tra queste spiccano: “carenza di istruttoria idonea e la mancanza di un provvedimento collegiale dell’organismo indipendente (OIV)”; “inapplicabilità della Delibera di Giunta in quanto incompleta”; “l’inesistenza di fondi del salario accessorio per la dirigenza negli anni 2010 e 2011, in quanto costituiti da direttore generale quando non più in carica”; “il mancato rispetto del divieto posto dall’art. 9 del D.L. n. 78/2010”.

NODO CONTRATTO – Una nuova mazzata, soprattutto sul piano politico. Sì perché la vicenda si inserisce all’interno in una cornice molto più ampia. Di mezzo c’è un’altra partita che sta elettrizzando l’atmosfera negli uffici comunali: la vertenza tra i dipendenti del Comune e l’amministrazione. A tener banco è la discussione sul fondo che costituirà il nuovo contratto decentrato. Per questo la nuova tegola sollevata dalla Corte farà discutere. Anche perché parallelamente a questa monta da mesi un altro filone di inchiesta: quei 50 milioni messi in discussione prima dal Mef poi dalla magistratura contabile nell’arco di tempo che dal 2003 arriva al 2011. Entro il 30 ottobre Renzi dovrà sciogliere tutte le riserve ma è sempre più probabile che Palazzo Vecchio alla fine si adopererà a metter mano nelle tasche dei lavoratori. Come? Tagliando progetti e indennizzi, in pratica decurtando il salario accessorio.  

SINDACATI –  E i dipendenti? Su questo fronte è sempre più muro contro muro. E quest’ultima vicenda, come tuona l’USB, non ha fatto che rinfocolare “rabbia e frustrazione fra i 4.800 dipendenti, sottoposti invece ad una continua erosione del loro salario accessorio, fino alla totale cancellazione di alcune indennità avvenuta in questi giorni”. “Come USB – continuano – già nel giugno scorso, al varo della prima DD (la 6159) denunciammo, nel silenzio della maggior parte dei mezzi di informazione e delle forze sociali, la gravità e la scorrettezza dell’atto, un atto che veniva approvato in concomitanza al taglio della prima trance del salario accessorio degli altri dipendenti”.

GRASSI/DE ZORDO – E alle parole dei sindacati si affiancano anche quelle dei consiglieri comunali Ornella De Zordo e Tommaso Grassi: “Il modo con cui l’Amministrazione sta gestendo l’organizzazione e il personale del Comune è assolutamente imbarazzante ed è frutto della decisione del Sindaco di collocare ai vertici apicali della struttura personale che è o assunto a chiamata tra i fedelissimi o composto di persone a cui viene chiesto di allinearsi ai voleri della Giunta firmando atti che rischiano di sfociare, come apparirebbe nel caso di specie, in vere e proprie procedure illegittime su cui, per far chiarezza, è necessario che intervengano le Autorità competenti”.
 

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