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Vino, via alla Settimana delle Anteprime: la pandemia cambia l’identikit del bevitore / VIDEO - FOTO

Dodici consorzi e 400 etichette toscane. Via all’edizione della ripresa

La Toscana del vino riparte. Ieri mattina si è svolta alla Fortezza da Basso l’undicesima edizione di PrimAnteprima, spalancando di fatto le porte alla settimane delle Anteprime di Toscana. 

Dodici i Consorzi, considerati i più promettenti, che si sono sottoposti ai giudizi della stampa specializzata: Bianco di Pitigliano e Sovana, Candia dei Colli Apuani, Carmignano, Chianti Rufina, Colline Lucchesi, Cortona, Maremma Toscana, Montecucco, Orcia, Terre di Pisa, Val di Cornia e Suvereto, Valdarno di Sopra. Una vetrina in cui 170 aziende del panorama regionale, e le loro 400 etichette, si sono potute mettere in mostra. 

Parte della manifestazione si è svolta online con un forte interesse in particolare dall’estero - richieste da 34 Paesi nel mondo - che evidenzia come il settore vitivinicolo regionale sia in crescita e possa trainare anche il turismo.

Il vino in Toscana
Nell’anno della pandemia la vendemmia toscana del 2020 ha segnato un leggero calo nelle produzioni ma una tenuta nella qualità del prodotto: 2,2 milioni di ettolitri di vino (nel 2019 erano stati 2,6 milioni), di cui il 67% (1,4 milioni) rappresentato da etichette DOP.  La Toscana, forte dei suoi 60mila ettari di viti, e oltre 13mila aziende, vuole puntare ancora sulla ricerca della qualità per rappresentarsi sul mercato. 


“Le indicazioni che ci arrivano dall’Europa vanno verso la cultura dell’ambiente e di uno sviluppo che ne tenga conto. Nella programmazione degli ultimi due anni, con investimenti di circa 300 milioni, abbiamo messi quasi 100 milioni sul biologico” - spiega la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi.

Europa gioia e dolori


In merito alla questione che sta tenendo banco a livello europeo sul vino dealcolizzato, Saccardi è netta: “Semplicemente non è vino. Se vogliono aggiungere l’acqua facciano pure ma non lo chiamino vino”. 


I nuovi consumatori della Toscana 

Dall’edizione della ripresa è emerso come la pandemia abbia pesato sull’export ma anche di come sia spostato il target del consumatore. “La Toscana, basandosi prevalentemente su prodotti di alta qualità, ha sofferto per quanto riguarda l’export anche se ha guadagnato sulla grande distribuzione probabilmente perché era uno dei canali rimasti aperti durante la pandemia - chiarisce  Fabio del Bravo dell’Agenzia del Ministero Politiche Agricole (ISMEA) ”. Inoltre, nel 2020, è cambiato il profilo del consumatore di vino toscano. “Se prima il consumatore era di età adulta, profilo benestante e proveniente dal centro nord Italia, nell’ultimo anno si è notato un allargamento della platea dei consumatori con un abbassamento dell’età di consumo e un forte interessamento dal sud del paese”.

Settimana delle Anteprime: la pandemia cambia l’identikit del bevitore

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