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Contro i "colonizzatori" Mukki pensa alla svolta: lo sbarco in Borsa

Il presidente Lorenzo Marchionni: "L'idea della quotazione nasce dalla volontà di dismettere la partecipazione pubblica con un criterio diverso rispetto alle operazioni che sono state condotte nel nostro comparto negli ultimi anni"

La Mukki, la società a cui fa capo la centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno, è ad un punto di svolta. La società, infatti, punta alla quotazione in Borsa. E non si tratta di una chiacchiera da bar. La scenario è stato descritto alla Reuters direttamente dal presidente di Mukki, Lorenzo Marchionni.

MARCHIONNI – “L’idea della quotazione – spiega Marchionni – nasce dalla volontà di dismettere la partecipazione pubblica con un criterio diverso rispetto alle operazioni che sono state condotte nel nostro comparto in Italia negli ultimi anni”. “Sono state fatte operazioni più finanziarie che industriali, a partire da Parmalat che è stata colonizzata da Lactalis con i soldi di Parmalat. Noi, invece, vogliamo dar vita a un’operazione puramente industriale che ci consenta di salvaguardare la qualità del prodotto e la filiera, oltre che creare valore per i soci”, ha aggiunto.

MUKKI – La società pubblica è partecipata per il 42,858% dal Comune di Firenze, per il 23,892% da FidiToscana Spa, per il 18,416% dal Comune di Pistoia, per l’8,069% da Camera di commercio di Firenze, per il 6,759 % dal Comune e dalla Provincia di Livorno. Si avvia a chiudere il 2013 in linea con l’anno scorso, quando l’utile netto fu di 467.000 euro su ricavi totali per circa 95 milioni. L’assemblea che si terrà tra dicembre e gennaio sarà chiamata ad approvare un piano industriale che prevede la quotazione in borsa come opzione strategica per il futuro.

Mukki oggi conta 177 dipendenti diretti, una filiera di 80 aziende che impiega oltre 500 persone e conferisce per intero la sua produzione (pari a circa 35 milioni di latte l'anno) alla Centrale. “Stiamo puntando a crescere sul mercato nazionale ed estero per garantirci i margini necessari a finanziare lo sbarco in borsa”, ha continuato Marchionni.

In particolare Mukki conta sulla Cina per il proprio sviluppo futuro dove vuole intensificare la fornitura di latte con un impatto sul fatturato di circa 2 milioni l’anno. Questa, insieme ad altre operazioni di crescita commerciale, serviranno ad “avere i margini necessari per la quotazione, con la quale vogliamo metterci al riparo da eventuali colonizzatori”.

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