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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Scuole occupate, la preside fa partire la dad per aggirare la protesta. Rivolta genitori: “Così denigra i ragazzi”

In via Magliabechi, succursale dell'Alberti-Dante, ragazzi asserragliati da sabato. Al Marco Polo è durata un giorno, protesta anche al Galileo

E' tornata la Dad, la famigerata didattica a distanza. Non per causa Covid. E' lo stratagemma della preside dell'Istituto di istruzione superiore Alberti-Dante, Maria Rita Urcioli, per superare di fatto l'occupazione che da sabato scorso è in atto alla succursale del liceo artistico, in via Magliabechi, proprio accanto a piazza Santa Croce.

“In attesa dell’intervento dell’autorità giudiziaria, le lezioni riprenderanno in via eccezionale, al fine di garantire il diritto allo studio, in modalità a distanza (dad) a cominciare da mercoledì 14 dicembre. La modalità a distanza rimarrà attiva fino a nuova comunicazione. E’ obbligatorio tenere accesa la videocamera durante tutta la durata delle lezioni, in caso contrario lo studente sarà considerato assente”, si legge nella fredda circolare diffusa ieri dalla dirigente scolastica.

La preside, a quanto emerge, non ha nascosto di auspicare un intervento delle forze dell'ordine, come accaduto la scorsa settimana al Dante di piazza della Vittoria, dove l'occupazione, iniziata nella notte, è durata poche ore ed è terminata con l'arrivo di una camionetta della polizia accompagnata dalla digos.

Alla succursale di via Magliabechi normalmente fanno lezione circa 290 tra ragazzi e ragazze. Un manipolo di loro da sabato scorso sono asserragliati dentro. A chi si avvicina si mostrano con cappucci e occhiali da sole. Ovvio che hanno anche paura, soprattutto dopo che si è sparsa la voce che la preside invoca lo sgombero con la forza.

“Di fronte abbiamo un muro, non c'è alcuna volontà di ascoltarci e confrontarsi con noi”, dice uno studente, chiedendo di restare anonimo, anche lui bardato in modo da lasciare liberi solo gli occhi. Forse è minorenne, come tanti altri che condividono l'occupazione.

I ragazzi hanno stilato un documento, dove mettono nero su bianco richieste e denunce. “Non ci sono condizioni di sicurezza. Manca la scala antincendio, le condizioni igieniche sono inaccettabili, molti bagni sono costantemente inaccessibili, ci sono aule che quando piove si allagano, perché le finestre non chiudono bene, i computer dei laboratori sono inadeguati”, attaccano gli studenti.

La preside Urcioli ha replicato con un verbale, pubblicato sul sito della scuola, dove la dirigenza scolastica dice, tra le altre cose, che “le vie di fuga esistenti rispettano le normative vigenti per legge”, che “l'inadeguata pulizia è dovuta al personale Ata sottodimensionato”, che “sarà nostra premura controllare lo stato degli infissi e il numero delle finestre da riparare” e che “alcuni servizi igienici sono nuovamente intasati e non completamente agibili anche a causa di atti vandalaci”. Sono state pubblicate dalla preside, come testimonianza, foto in cui si vedono i wc intasati da pacchetti di sigarette  e mozziconi, evidentemente gettate dai ragazzi, con scritte ovunque, “a disprezzo del divieto di fumo e della salute altrui”.

Ad ogni modo la protesta continua. Ieri è partita un occupazione anche al liceo Galileo di via Martelli e all'istituto tecnico per il turismo Marco Polo, anche se in quest'ultimo è durata solo poche ore. Occupato anche il liceo artistico di Porta Romana. La settimana scorsa avevano occupato Rodolico e Michelangelo.

Da alcune scuole arriva una protesta più "politica", contro i provvedimenti governativi che spolpano la scuola pubblica (mantenendo però, se non aumentando, i finanziamenti per le private) e promuovono una scuola-azienda che vede negli studenti solo pedine da inserire nel mercato del lavoro, anche con quell'alternanza scuola-lavoro voluta a suo tempo dal governo Renzi che ha già mietuto diverse giovanissime vittime.

Altre scuole, è il caso della succursale di via Magliabechi, portano avanti richieste più contigenti. Sicuramente ad emergere è un disagio profondo e generale dei più giovani, acuito da due anni di pandemia. E contro il ritorno alla dad, che tanti brutti ricordi evoca, si scagliano anche diversi genitori.

“Crediamo che se i giovani esprimono un disagio sia importante andare loro incontro con l’ascolto ed il confronto costruttivo, e che la scelta di attivare la dad in un contesto del genere sia denigrare a priori una richiesta chiara. Inoltre crediamo fermamente che la dad non rappresenti minimamente la garanzia del 'diritto allo studio' e che non possa essere un sostituto delle lezioni in una situazione del genere”, si legge in una lettera inviata alla preside Urcioli e al resto del corpo docente da un gruppo di genitori. Attendono una replica: sono troppo ottimisti?

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