Autismo, la protesta dei genitori: “Senza i rimborsi per le terapie Aba non possiamo curare i nostri figli” VIDEO / FOTO
L'abrogazione della legge 493 sta comportando problemi per le famiglie
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“Non vogliamo luci blu ma terapie valide per i nostri figli”. Nella giornata per la consapevolezza sull'autismo, i genitori di ragazze e ragazzi con disturbo dello spettro autistico si sono ritrovati in presidio in piazza Duomo davanti alla Regione per protestare contro l'abrogazione della legge regionale 493 del 2001 e il passaggio alla 1481 del dicembre scorso.
Problemi di interpretazione
La vecchia 493 andava in soffitta a fine dicembre scorso, prevedeva fino a 450 euro di rimborsi mensili per le terapie Aba, utili per migliorare il comportamento .
“Siamo qua per chiedere alla Regione che torni indietro sull'abrogazione della 493 – spiega Eva Maggiorelli dell'associazione Orizzonte Autismo Prato - che prevedeva il rimborso per le terapie Aba e che erano utili alle famiglie a sostenere le spese. La delibera è stata sostituita con la 1481 dove non si capisce quali siano i paletti”.
Uno dei problemi sarebbe dovuto a una diversa interpretazione tra le varie Asl. “In particolare la Asl Centro ha scritto espressamente che i rimborsi per le terapie autismo non sono più compresi – precisa Maggiorelli - mentre le altre due sembrano mantenere l'impostazione precedente. Chiediamo alla giunta di dare una indicazione favorevole in tutte le Asl e che ci siano terapie adeguate per tutti, anche per chi non accede al rimborso. Perché ci sono famiglie che non ci possono accedere”.
Più di 1000 euro al mese a famiglia
“Tutto ora ricade su di noi – afferma Marco, padre di Lorenzo e impiegato – prima avevamo 450 euro di rimborso per le Aba. Ora non sappiamo più se le reinseriranno. Spendiamo intorno alle 1000 euro al mese a famiglia”.
Il mancato rimborso andrebbe a influire anche poi su altre attività. “Senza questi 450 euro – spiega Claudio Ciofi – sarà un problema anche mandare ai centri estivi i ragazzi. Costano 250 euro a settimana”.
Sara Vardaro ha un ragazzo e una ragazza, affetti dalla sindrome da x fragile. Con le terapie Aba la loro autonomia è cresciuta. Senza i rimborsi, sarà un grosso problema per lei.
“Per me è impossibile sostenere le cure per i miei figli senza questi rimborsi – ammette Vardaro, che lavora alla Coop - Le scelte sono o si mangia o si fa le terapie. E con le terapie i miei figli sono riusciti a fare grandi passi avanti: il più piccolo è riuscito a parlare e ad imparare ad avere un comportamento scolastico adeguato. La grande ha ottenuto diverse autonomie crescendo molto cognitivamente. Senza questa possibilità, sarà un grosso problema”.