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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Precari da 15 anni costretti a formare nuovi assunti: la beffa per i lavoratori delle biblioteche

Nuovo stato di agitazione per i dipendenti delle cooperative fiorentine: "Così ci volete umiliare"

Tira ancora aria di burrasca nelle biblioteche fiorentine. Dopo due scioperi, uno a febbraio e uno a marzo, i lavoratori precari sono tornati in stato di agitazione. La preoccupazione per i loro posti di lavoro si intreccia a doppio filo con quelli dei servizi garantiti dalle biblioteche che, denunciano, sarebbero messi "a rischio".

A far tornare in trincea i lavoratori questa volta è stato un fatto "beffardo". Nelle biblioteche arriveranno 30 funzionari amministrativi neo assunti, con concorso, dal Comune di Firenze.

Da tempo si prevede infatti la "reinternalizzazione" del servizio affidato oggi in appalto alle cooperative. E' però il compito affidato ai precari, che appare "indelicato": formare il nuovo personale. Una richiesta che ai lavoratori in stato di agitazione è apparsa poco dignitosa. Affiancare ed insegnare il mestiere a lavoratori che, con ogni probabilità, fra qualche tempo li sostituiranno. Una situazione "umiliante", vera e propria "benzina sul fuoco", come essi stessi la definiscono.

Il Comune rassicura e snocciola le cifre del bilancio, che vedono un aumento di stanziamenti per i servizi bibliotecari a 3,2 milioni annui contro i 2,7 precedenti. “Nel corso del contratto abbiamo anche rivisto l’importo stabilito per tener conto degli aumenti contrattuali dei dipendenti delle cooperative”, aveva sottolineato l'assessore al personale Alessandro Martini.

Rassicurazioni che però non hanno convinto i sindacati, che vedono questo come l'ennesimo pessimo segnale. "L’amministrazione comunale non solo evita qualsiasi tavolo di confronto sui tagli di bilancio, ma ancora oggi non ha dichiarato con quali risorse reali farà ripartire il nuovo affidamento e quale sarà di conseguenza l’impatto occupazionale su chi quei servizi li garantisce ogni giorno da più di 15 anni", si legge in una nota.

Secondo i lavoratori a parlare della scarsità dei fondi è la stessa determina del Comune: "Se davvero, come recita la stessa determina succitata, 'i servizi bibliotecari ed archivistici fanno parte di quei servizi di base offerti alla collettività, la cui interruzione o diminuzione in termini qualitativi e quantitativi provoca grave danno per la cittadinanza', allora bisogna chiederne conto a gran voce all’Amministrazione Comunale, che ascolti una volta per tutte le richieste dei lavoratori e si faccia politicamente carico della situazione creata". 

"Internalizzazioni e nuove assunzioni fatte sulla pelle di chi da anni garantisce i servizi", attaccano i consiglieri comunali di Sinistra progetto comune Antonella Bundu e Dimitrij Palagi. "Un'oscenità, che sta portando chi forse non avrà più un lavoro a formare chi invece entra in servizio con un tempo indeterminato nell'amministrazione pubblica. - aggiungono - Una situazione che facilmente può essere ipotizzata come fonte di tensioni o malessere, di umiliazione".

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