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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Careggi

Morto dopo una trasfusione sbagliata, l’infermiera era al cellulare

Nuovi particolari sul caso dell'uomo morto dopo una trasfusione sbagliata all'ospedale di Careggi. L'infermiera che somministrò la sacca era al cellulare

Dario Magi, il sessantunenne morto il luglio scorso all’ospedale di Careggi, dieci giorni dopo che gli fu iniettato del sangue non compatibile con il suo, non è morto per questo errore. Questo quanto ricostruito dalla procura nell’inchiesta che vede indagati un medico e due infermiere per lesioni colpose. Secondo quanto ricostruito dal pm Christine von Borries, infatti, lo scambio di sacche ha provocato nel paziente una "compromissione significativa della funzione cardio-respiratoria" durata cinque giorni ma non letale: il decesso è stato invece la conseguenza di una salute già gravemente compromessa. Una condizione fisica precaria a tal punto che il giorno dopo il suo ricovero gli è stata amputata una gamba.

Sul caso sono però emersi anche nuovi particolari. L’infermiera che somministrò la sacca non chiese il nome al paziente, come previsto dalle procedure, perché stava parlando al cellulare, e ha continuato a farlo "durante tutte le operazioni". Fino a metà della trasfusione di sangue, destinata al paziente del letto vicino a quello di Magi, quando il 61enne ha cominciato a sentirsi male.

La specializzanda e le due infermiere al lavoro quel giorno sono accusate di non aver seguito la procedura stabilita dall'azienda ospedale di Careggi, che prevede, tra l'altro, che medico e infermiera svolgano insieme dei controlli su sangue e paziente e che impone controlli costanti nei primi minuti di trasfusione.
 

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