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Sabato, 27 Aprile 2024

L'appello a Mattarella: “Il desiderio di mio figlio era diventare padre, fatecelo esaudire” / VIDEO

Sandra Becattini, madre di Matteo deceduto a soli 28 anni, continua la sua battaglia per ottenere i gameti depositati a Careggi. La causa è in corso e la sentenza di appello è fissata per il 9 aprile 

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“Mio figlio ha lasciato disposizioni testamentarie. Con una mano sul cuore, mi rivolgo alle autorità e al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: noi vogliamo solo, e sottolineo solo, rivendicare un nostro diritto. Il suo desiderio era diventare padre, fatecelo esaudire”. A lanciare l'appello, è Sandra Becattini, madre di Matteo, 28enne di Diacceto deceduto a soli 28 anni a causa di un tumore, che dal 2020 a oggi sta portando avanti una battaglia contro la Asl di Careggi.

La storia

Nel febbraio del 2019, Matteo, 28enne diplomato anni prima come perito tecnico all'Iti Leonardo da Vinci e responsabile tecnico di un'azienda del territorio, dopo lunghe analisi scopre di avere un linfoma addominale. 

“Prima di iniziare la chemioterapia – spiega Becattini – gli venne consigliato, come da protocollo, di depositare il suo liquido seminale perché con queste cure avrebbe potuto diventare sterile. E lo ha fatto a Careggi. Il suo sogno era di realizzare il matrimonio con la sua amata Caterina e successivamente avere un figlio”. 

Il matrimonio con la compagna, con cui stava da quasi 10 anni, era fissato per il luglio del 2020. “Purtroppo non è stato possibile – prosegue la madre - perché nell'ottobre del 2019 è venuto a mancare. E tempo dopo, abbiamo scoperto che aveva lasciato un testamento”.

Testamento, causa e appello

Nei giorni seguenti la sua dipartita, mettendo a posto le cose, la madre trova il testamento lasciato dal figlio dove è scritto che lascia in eredità i suoi gameti alla famiglia. Di conseguenza, forti del testamento, i familiari provano ad ottenerli per poi ricorrere alla procreazione assistita all'estero.

All'estero perché per la legge italiana, se la persona proprietaria muore, i suoi gameti non potrebbero essere usati da altri. I familiari vanno in causa con Careggi. E in primo grado, vince la Asl. La famiglia però non si arrende e ricorre in appello.

“Quando Matteo ha firmato il consenso informato su un prestampato – spiega l'avvocato Matteo Forconi, legale a cui i familiari si sono rivolti per andare in appello -  su questo c'era scritto di andare poi a ritirarli. A seguito della firma di questo consenso, Matteo però ha fatto un testamento olografo dove è scritto che il suo liquido seminale doveva essere consegnato ai familiari se non fosse riuscito a farcela. Guardando solo al tema giuridico, la domanda è: vale più un consenso firmato su un foglio prestampato della Asl o un testamento olografo?”.

La sentenza di appello, e la conseguente risposta alla domanda, è fissata per il 9 aprile al Tribunale di Firenze.  

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