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Cronaca

Inquinamento, Legambiente: "Nel Fiorentino record nazionale del numero di auto"

L'associazione chiede di migliorare il trasporto pubblico e ferroviario, l'Isde: "A Firenze non funziona"

Luci ed ombre sulla situazione dell'inquinamento atmosferico a Firenze e in Toscana. Sono quelle che emergono da 'Mal'Aria 2023', il report annuale stilato da Legambiente e presentato questa mattina alla stampa dall'associazione ambientalista assieme ai vertici di Arpat, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale.

Dallo studio emerge, come fattore senz'altro positivo, che nessuno dei capoluoghi di provincia toscani ha superato i limiti di concentrazione media annuale, fissata 40 µg/mc, di PM10 nel 2022.

I nuovi limiti

Tuttavia "solo tre capoluoghi (Livorno, Massa e Siena) sarebbero promossi se domani entrasse in vigore la direttiva europea con soglia 2021, fissata a 15 µg/mc. Inoltre, il tasso di riduzione delle medie annuali degli inquinanti atmosferici nel periodo 2011-2021 si è dimostrato troppo basso, situandosi all'interno di un range del 3-5%", si legge nella presentazione.

Le città più distanti dal raggiungimento degli obiettivi al 2030 sono Lucca, capoluogo con la concentrazione media annuale più alta della regione di PM10 (26 µg/mc), che dovrebbe ridurre le concentrazioni del 23%, seguita da Pistoia con il 17%, Firenze con il 15%, Prato con il 13%, Pisa e Arezzo con il 9%, e infine Carrara con il 2%.

Firenze messa male per il biossido d'azoto

Molto distanti dagli obiettivi per il PM2.5 (le famigerate 'polveri ultrasottili') sono invece Pistoia (41% di riduzione necessaria) e Prato (-33%), mentre per l’NO2 (biossido d'azoto) le città messe peggio sono Firenze (-32%), Massa e Pistoia (-25%).

"Nonostante la situazione sul trend decennale appaia in graduale ma significativo miglioramento – dichiara Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana – non possiamo non rimarcare la permanenza di situazioni assai critiche, come nella Piana Lucchese, ancora una volta 'maglia nera' per le concentrazioni del PM10. Da non sottovalutare infine la situazione rilevata per l’ozono che pare più distribuita nella sua criticità sull’intero territorio regionale, dalle colline intorno a Firenze fino alla piana pistoiese, per arrivare addirittura alle campagne pisane".

'Rimbalzo' dopo la pandemia

Viene inoltre registrato, dopo la diminuzione dell'inquinamento negli anni del Covid e dei lockdown, con lo stop delle attività produttive e del traffico privato, un'inversione di tendenza e. "Segnaliamo - spiega Legambiente in un comunicato -, un 'rimbalzo' in negativo dei dati nel biennio 2020-2022, segno evidente che alcune cattive abitudini del pre/pandemia, come l'utilizzo dei mezzi privati di spostamento, sono tornate come e forse più forti di prima".

Serve più trasporto ferroviario

Legambiente chiede quindi un "cambio di passo", che si traduca in "una più vigorosa cura del ferro, incardinata non solo sulla rete tramviaria ma anche e soprattutto sul potenziamento del trasporto ferroviario regionale e sull'utilizzo delle piccole stazioni già esistenti e sotto utilizzate, sull’incremento deciso delle pedonalizzazioni e delle piste ciclabili, sull’estensione delle Zone30 e della mobilità a trazione elettrica, con conseguente potenziamento della dotazione delle colonnine di ricarica. E ancora: sostegno alle politiche di car sharing e car pooling".

E se nella Lucchesia, come sottolinea il direttore generale di Arpat Pietro Rubellini "la combustione delle biomasse, e cioè la legna bruciata nei caminetti e quella bruciata nei campi dopo le potature, rappresentano una grossa fonte inquinante", nel Fiorentino si registra una impressionante presenza di automobili.

Troppe auto

"Serve più coraggio sullo 'scudo verde' (il sistema di telecamere per bloccare l'accesso in città ai veicoli più inquinanti annunciato da tempo da Palazzo Vecchio)", manda a dire Ferruzza al sindaco Nardella. Ma non solo. "L'area metropolitana fiorentina vanta il triste record nazionale del più alto tasso di motorizzazione, ben 795 auto ogni mille abitanti, neonati compresi. A Firenze città questo numero scende a 500 su mille, ma è decisamente troppo alto, servono politiche pubbliche che incentivino il trasporto pubblico, così da scoraggiare l'uso dell'auto. Ovvio che le tramvie servono, ma bisogna fare di più", dice Ferruzza.

Trasporto pubblico ko

Molto più critico il presidente della sezione fiorentina di Isde, l'associazione dei medici per l'ambiente, Franco Bergesio. "A Firenze il trasporto pubblico non funziona, è sotto gli occhi di tutti. Alle fermate dell'autobus si aspettano anche 40 minuti e ci vuole troppo tempo per spostarsi da un luogo all'altro. Con un trasporto che funziona così male - sottolinea Bergesio -, diventa difficile disincentivare l'uso dell'auto". Infine, un cenno alla crisi idrica.

"La siccità c'è e prosegue quanto successo nel 2022. E' necessario - spiega Ferruzza -, implementare politiche di raccolta dell'acqua piovana, di produzione di energia da fonti rinnovabili e non sprecare nemmeno una goccia d'acqua, mentre ancora oggi ci sono condutture che anche in Toscana arrivano a perdere il 40 per cento dell'acqua che trasportano".

Sotto, la presentazione del rapporto questa mattina:

legambiente presenta il rapporto mal'aria 2023

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