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Cronaca

Solliccianino, imparare a far la pizza per avere un futuro

Il corso per i detenuti finanziato dalla Città Metropolitana ha terminato la parte teorica, festeggiata con una pizzata. Via ora al tirocinio da Pizzaman. Armentano: "Abbiamo dato un domani a questi ragazzi"

La fine del corso teorico è stata festeggiata nel migliore dei modi: con una pizzata. I quattro detenuti del Mario Gozzini, meglio noto come Solliccianino, impegnati nel corso di formazione di 120 ore per diventare pizzaioli hanno potuto festeggiare la fine della prima parte del corso che ora proseguirà con un tirocinio. “Era una pizza buonissima, come di quelle che si trovano in pizzeria - ha detto Nicola Armentano, consigliere della Città Metropolitana che ha finanziato il progetto - Crediamo di aver dato la possibilità di un futuro a questi ragazzi”.

Un corso nato per caso

L'idea del corso era venuto a Maria Paola Monaco, delegata della rettrice dell'Università di Firenze all'inclusione e diversità. “Ero stata invitata dal direttore a fare una visita al carcere – ricorda Monaco – e dopo aver visto questo bellissimo forno con copertura inutilizzato, è venuta l'idea di fare un corso coi detenuti. Quindi abbiamo chiamato le istituzioni della città metropolitana per capire se c'era modo di finanziare questo progetto”. La Città Metropolitana ha subito colto la palla al balzo. “È un'opportunità per loro – prosegue Armentano - ed è un modo per sottolineare che non deve essere lasciato senza speranza chi è dentro al carcere, che oltre a essere un luogo di reclusione lo è anche di reinserimento. Sono competenze che potranno usare una volta che torneranno ad essere persone libere”. 

Ora il tirocinio

Il corso è diretto dal docente Mattia Rossini – che ha parlato anche di comunicazione e marketing – e Pierluigi Madeo, titolare del gruppo Pizzaman. Dopo la prima parte teorica, ora farà seguito una parte pratica con tanto di tirocinio. “Abbiamo fatto questa giornata a conclusione della parte teorica – spiega Madeo di Pizzaman – dove i detenuti hanno lavorato nel forno a legna presente nel carcere. Ora hanno iniziato a mandare le richieste ai magistrati per avere il permesso di fare lo stage nei nostri ristoranti. Poi i migliori saranno selezionati e assunti. Quando abbiamo presentato il progetto, era pensato per 3-4 detenuti. Si sono presentati in 25. Non so se ci saranno fondi per rifarlo anche già a gennaio ma nel caso ho dato la mia disponibilità”.  

Un corso da replicare

“I detenuti ci hanno chiesto un rifinanziamento del corso” ammette Monaco dell'Università di Firenze, a margine della giornata. “Se ci sarà la disponibilità economica per ripeterlo, lo faremo ben volentieri – sostiene Enzo Tedeschi, direttore della struttura – il corso sta andando molto bene e finirà ai primi di dicembre. I detenuti coinvolti stanno lavorando sia sul vecchio forno che avevamo che su uno portato appositamente dall'esterno. Fare iniziative del genere all'interno di un carcere, è fondamentale per il futuro di chi oggi è detenuto. A breve infatti inizieremo il corso per pasticceri, poi quello di smaltimento rifiuti, pelletteria, elettricisti... Speriamo di poter ripetere anche questo”. 

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Corso pizza nel carcere di Sollicciano 22 novembre 2023

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