Sanità, liste di attesa e aumento Irpef: novità in arrivo. Recce: “Giani disponibile a evitarlo” FOTO/VIDEO
Protesta in piazza Duomo di Cisl e Uil. I segretari regionali hanno incontrato il governatore
“È stato un incontro proficuo: da parte di Giani c'è stata disponibilità a trovare un modo per non aumentare l'Irpef e anche per risolvere i problemi legati alla sanità toscana come le lunghe liste di attesa”. Ciro Recce, segretario regionale della Cisl, esprime la sua soddisfazione a margine dell'incontro avuto col governatore della Toscana a seguito del presidio davanti la Regione in piazza Duomo indetto insieme alla Uil per protestare contro l'aumento dell'addizionale.
Cosa cambierebbe in caso di aumento
Dai quattro precedenti, gli scaglioni Irpef diventerebbero tre. Per i contribuenti fino a 28mila euro, non cambierebbe niente: i contribuenti continuerebbero a pagare 240 euro l'anno. Quelli da 28mila a 50mila vedrebbero un aumento di 117 euro, passando da 524 a 641 euro di addizionale regionale. L'aumento più consistente sarebbe per le fasce superiori a 50mila euro: 1012 euro in più. Passerebbero infatti da 1478 a 2490 euro l'anno.
“Colpiti lavoratori e pensionati”
“Questo aumento colpisce soprattutto lavoratori e pensionati – osserva Recce - Non accettiamo che questo accada. Le motivazioni sono legate al buco di bilancio che riguarda la sanità, che ha un grosso problema anche dal punto di vista organizzativo”.
“Il modello sanitario pubblico in Toscana sta peggiorando – afferma Paolo Fantappiè, segretario regionale della Uil - abbiamo lista di attesa chilometriche, coi cittadini toscani che si stanno rivolgendo alla sanità privata. In più una carenza di personale importante coi pronto soccorso intasati. Chiediamo un nuovo modello sanitario più efficace ed efficiente all'altezza della nostra regione”.
Alla protesta dei sindacati, ha unito la sua voce Giovanni Galli, consigliere regionale della Lega. “Siamo l'unica Regione che a fronte di un debito derivato da malagestione ha deciso di fare questo passo – commenta – probabilmente per la sanità servirebbero più fondi ma dobbiamo fare una gestione oculata di quello che abbiamo”.
