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Sabato, 27 Aprile 2024
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Gabinetto Vieusseux: quando è nato e perché si chiama così

Un'istituzione culturale di Firenze frequentato dai più grandi personaggi della letteratura italiana e straniera

Firenze è piena di istituzioni culturali. Una di queste è il Gabinetto Vieusseux. Prima della sua inaugurazione, non esisteva a Firenze un centro culturale paragonabile a questo: il Gabinetto si proponeva di offrire in lettura con costante aggiornamento il meglio delle pubblicazioni italiane e straniere, con il fine dichiarato di porre in contatto Firenze e la Toscana e più in generale l’Italia, con le più innovative esperienze internazionali. Non a caso può considerarsi uno dei luoghi di incubazione della letteratura nazionale italiana.

A volerlo fortemente fu Giovan Pietro Vieusseux, nato a Oneglia da genitori originari di Ginevra, il 28 settembre 1779. Sin da giovanissimo affiancò il padre nei commerci e nei numerosi viaggi di lavoro che lo portarono in tutta Europa e in Russia, ma i sentimenti liberali e la passione per la cultura lo attirarono a Firenze, dove si stabilì nel 1819. Fu fondato a Firenze nel 1819 e inaugurato il 25 gennaio 1820. La prima sede fu nel Palazzo Buondelmonti, in piazza Santa Trinita. Inizialmente si trattava di un punto di lettura su abbonamento dove si potevano leggere le pubblicazioni provenienti da tutta Europa. Nel XIX secolo la biblioteca divenne un importante punto d'incontro tra la cultura italiana e quella europea, carattere testimoniato dai frequentatori illustri italiani e stranieri quando soggiornavano a Firenze. Vi aderirono, infatti, personaggi come Giacomo Leopardi, Gino Capponi, Pietro Colletta, Pietro Giordani, Vincenzo Gioberti e tanti altri. È proprio in questo luogo che, nel 1827, si incontrarono Giacomo Leopardi e Alessandro Manzoni. Insomma, uno dei luoghi di gestazione della letteratura nazionale, in un processo che, per molti aspetti affiancò, e a volte anticipò, le vicende storico-politiche del Risorgimento. 

Dal 1921 divenne di proprietà del comune di Firenze. Dal 1923 al 1940 fu situato all'interno dell'ex Chiesa di Santa Maria Sopra Porta, attigua al Palagio di Parte Guelfa. Solo Dal 1940 fu ospitato a Palazzo Strozzi, dove si trova ancora oggi. Nel 1941 ne assunse la direzione lo scrittore Alessandro Bonsanti, che nei suoi quarant'anni di appassionata attività vi creò tre nuovi dipartimenti: il Laboratorio per la conservazione dei libri danneggiati dall'alluvione di Firenze del 1966 (il 4 novembre 1966, 250.000 volumi della Biblioteca, conservati nei sotterranei di Palazzo Strozzi, furono completamente sommersi dall'acqua e dal fango dell'Arno; dopo un paziente e lungo lavoro di recupero e di restauro, si riuscì a salvarne circa la metà); il Centro Romantico (giugno 1973), specializzato in studi sul Romanticismo e, in generale, sulla società europea del XIX secolo, e l'Archivio Contemporaneo (ottobre 1975).

L'archivio non è accessibile pubblicamente. A parte alcune visite guidate organizzate per speciali eventi, per poter godere della bellezza e della cultura di questo luogo è necessario essere studenti e prendere un appuntamento, con una lettera di presentazione da parte del proprio docente.

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