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Referendum 'Salviamo Firenze': ricorso al Tar dopo la bocciatura dei quesiti da parte di Nardella

Il comitato promotore: "Città sempre più nelle mani della speculazione immobiliare". E lancia la consultazione autogestita

Ricorso al Tar. Si alza il livello dello scontro tra il Comitato Referendario Salviamo Firenze e il sindaco Dario Nardella. A più di tre mesi dall' "insabbiamento" delle domande referendarie da parte dell’amministrazione comunale e dopo la pubblicazione il 1° agosto dell'ordinanza di superamento dei due quesiti, "il sospetto è sempre più concreto - dicono questa mattina in conferenza stampa i promotori -. La finalità dell’amministrazione è stata quella di cercare di eludere in ogni maniera, con le delibere e i tempi dilatati, lo svolgimento formale della consultazione referendaria nel 2023".

“Nardella ha bloccato il referendum. Lo poteva fare? Lo abbiamo chiesto al Tar della Toscana, è una risposta dovuta alla città", dichiara Massimo Torelli, tra i promotori della consultazione referendaria. "Soprattutto - prosegue -, perché riteniamo che Firenze abbia subito un danno e un torto, sia politico che formale".

Il ricorso è stato presentato grazie alla collaborazione di una squadra di numerosi avvocati, composta da Claudio Tamburini, Corrado Mauceri, Paolo Solimeno, Andrea Conte, Urbano Rosa, Marco Rossi, Alessandro Mori, Luca Biagi Mozzoni.

"È stato possibile ricorrere al Tar solo dopo che il sindaco ha emanato le ordinanze di superamento dei quesiti referendari", sottolinea Solimeno. "Il ricorso si basa su una domanda tanto semplice quanto fondamentale: è previsto o no dal regolamento comunale che sia la giunta a decidere di ritenere superati i quesiti referendari? Secondo i ricorrenti no" chiarisce Solimeno. "Il regolamento sottolinea chiaramente che in materia urbanistica solo le modifiche regolamentari votate dal consiglio comunale possono consentire al sindaco di evitare i referendum. Ora restiamo in attesa delle deliberazioni del Tar sia riguardo alla richiesta di sospensiva che del merito”.

Il tema posto dalla campagna referendaria "non è solamente procedurale, ma ha risvolti sociali e di gestione democratica che si sono aggravati durante la pausa estiva: un moltiplicarsi di cantieri che spesso nascondono nuove strutture ricettive, la crescita del 15% delle compravendite immobiliari per finalità di rendita turistica, affitti per studenti e chi lavora a prezzi impossibili".

“Rinnoviamo le domande alla base della nostra campagna: tu potrai rimanere a vivere a Firenze? Quanto deve guadagnare una persona per viverci? E rilanciamo la richiesta: vengano subito bloccate le norme che agevolano i grandi gruppi di investimento", proseguono i promotori, tra i quali anche i consiglieri comunali di Sinistra progetto comune e Movimento 5 Stelle.

"È ormai in dirittura di arrivo una grande raccolta di firme autogestita che coinvolgerà le cittadine e i cittadini di Firenze per quasi due mesi: la campagna 'Firma&Ferma' chiederà che le due norme dei quesiti referendari diventino norme immediatamente operative, garantendone l’approvazione in tempi certi come norme di salvaguardia. Una vera e propria mobilitazione cittadina che dal 28 settembre al 18 novembre darà voce alle migliaia di residenti e di persone che vivono la città, ma rischiano di esserne esclusi", annunciano inoltre i promotori.

“Il sindaco Nardella aveva manifestato una disponibilità ad affrontare e risolvere la questione, ma è rimasta lettera morta. Perché queste due norme non sono state portate in consiglio in settembre come la norma per limitare nuovi Airbnb in area Unesco?”, chiede ancora Torelli.

"Senza una mobilitazione popolare la situazione non cambierà: una città paradiso per i ricchi del mondo e di chi cerca facili profitti sulla pelle di chi lavora e studia, ma non può permettersi i prezzi folli per poter vivere a Firenze. Solo così si può sconfiggere l’arroganza dei grandi gruppi di investimento stanno realizzando gli Student Hotel, che vogliono mani libere come le hanno avute fino ad ora. Ci volevano a casa, ci troveranno nelle piazze della nostra città" conclude Torelli, "perché ai problemi sociali non si può rispondere con espedienti burocratici. La nostra mobilitazione è necessaria se non vogliamo che la città sia irrimediabilmente travolta e resti ostaggio degli acquisti di seconde case da parte dei milionari del mondo ed ostaggio della speculazione e degli studentati di lusso.”

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