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Crepe tra Pd e Italia Viva, i renziani votano contro i limiti agli Airbnb

Felleca e Dardano: "Norma che non risolve il problema". Il capogruppo dem Nicola Armentano: "Fatto rilevante, visione di città che non collima con la nostra"

Crepe tra Pd e Italia Viva a Palazzo Vecchio, con il 'no' dei renziani, per il momento in commissione, alla delibera che prevede una variante urbanistica per bloccare di fatto l'avvio di nuovi affitti brevi nell'area Unesco di Firenze, dopo che la norma sarà entrata in vigore (probabilmente a novembre).

Un voto, quello registrato ieri all'ultima seduta congiunta delle commissioni 2 e 3, che ha lasciato di stucco i dem, anche se forti perplessità dei renziani al provvedimento erano emerse più volte fin dall'annuncio della norma da parte del sindaco Dario Nardella.

"Visione di città che non collima"

“Il voto contrario di Iv dimostra una visione di città che non collima con quella portata avanti negli anni da questa amministrazione, serve una verifica in tempi brevi”, commenta amaro il capogruppo Pd Nicola Armentano.

“Un fatto politicamente rilevante avvenuto in maniera non consona a gruppi politici che stanno insieme in maggioranza perché avviene senza averne parlato. Un gesto politico fra partiti di maggioranza che non ha precedenti in questa legislatura perché ha visto Iv votare contro senza prima averne discusso", aggiunge Armentano, chiedendo "un chiarimento nel breve periodo, prima del voto in consiglio comunale. Di fronte al caro affitti che colpisce in particolare famiglie e studenti e al problema della residenza nel centro storico, e di fronte all’inerzia del governo, riteniamo fondamentale approvare questo provvedimento”.

Il Pd avrà comunque i voti per approvare il provvedimento, assieme all'altra forza di maggioranza, la Lista Nardella. Inoltre hanno annunciato voto favorevole i due consiglieri di Sinistra progetto comune, mentre i 5 Stelle ieri in commissione si sono astenuti.

Il 'no' di Italia Viva, che è forza di maggioranza che esprime in giunta l'assessora Titta Meucci, appare però molto rilevante, perché la nuova norma va ad affrontare una questione spinosissima e da tempo al centro delle cronache: quello appunto delle rendite, della gentrificazione e dell'overtourism. Un 'no' che accomuna Mimma Dardano e Barbara Felleca, le due consigliere renziane, alle opposizioni di centrodestra (che bocciano la norma come "pasticcio"). È anche uno sgarbo al sindaco, che dopo il siluramento di Cecilia Del Re ha mantenuto la delega all'urbanistica.

Norma "grossolana"

Da Italia viva però non ci stanno e replicano con lo stesso tono. “Che ci fosse bisogno di intervenire sul fenomeno degli affitti brevi nel centro storico è evidente", replicano Dardano e Felleca, bollando la nuova norma come "‘grossolana’, riferita al divieto tout court di tipo urbanistico, che non è retroattiva, e quindi permetterà a chi ha attività aperte di continuare ad esercitarle, non incidendo così in modo decisivo sul fenomeno, ma creando invece una ingiustificabile discriminazione tra chi l’attività la può fare e chi no, con la prospettiva quasi certa di una valanga di ricorsi che sarà difficile vincere davanti a un giudice. Occorreva, casomai, distinguere tra chi affitta per necessità, per integrazione al reddito e chi, le tante società attive a Firenze, per mera attività economica". Occorreva un lavoro puntuale, in collaborazione con il lavoro di Anci e tutti gli enti competenti e non frettoloso.

Secondo le due renziane la norma è inoltre incostituzionale perché limita l'attività privata in maniera discriminatoria (alcuni in centro potranno fare Airbnb e altri no) e perché "la rendita, anche delle grandi società che posseggono molte proprietà, si sposterà fuori dal centro con l’effetto che si andranno a spopolare anche le aree residenziali fino ad oggi preferite dai nostri concittadini".

"Per noi stare in maggioranza non significa solo votare insieme gli atti ma soprattutto condividerne i contenuti prima che arrivino in aula. Chi pensava che avremmo votato a favore a prescindere si sbagliava di grosso", interviene anche Francesco Grazzini, coordinatore fiorentino di Italia Viva. L'assessora di Iv, Meucci, in giunta però la norma l'ha vista e approvata, sottolineano a loro volta i dem: segno evidente che le frizioni tra i due partiti sono sempre più forti.

È già campagna elettorale

Una dinamica che sicuramente si inserisce nella campagna elettorale per il prossimo sindaco di Firenze, ormai iniziata e nella quale Matteo Renzi potrebbe giocare un ruolo rilevante, avendo da scegliere se appoggiare il candidato Pd, presentare al primo turno un proprio candidato (in questo caso il nome sarebbe molto probabilmente quello della vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi) o addirittura sposare fin da subito la proposta del centrodestra, come dallo stesso centrodestra, in particolare da Forza Italia, gli chiedono da tempo.

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