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Corsa a sindaco, chi è la prima candidata alle primarie Pd: "I candidati escano allo scoperto"

Rosa Maria di Giorgi, ex assessora con Renzi e poi parlamentare: "Le persone si aspettano chiarezza e trasparenza"

Ancora non è assolutamente certo che il prossimo candidato sindaco del Pd alla poltrona più importante di Palazzo Vecchio passi per le primarie. Tutt'altro. Sono in molti nel partito a lavorare perché si arrivi ad un accordo tra i vincitori dell'ultimo congresso, l'area Schlein, e la 'vecchia' base dem fiorentina, senza passare per la 'conta'. Tuttavia, con grande anticipo - si voterà nel maggio 2024 - una candidata c'è già.

"Correrò per le primarie del Pd e mi auguro che altri candidati escano allo scoperto". Così oggi con una nota ufficiale, dopo l'anticipazione di ieri alla Nazione, Rosa Maria Di Giorgi si getta nella mischia.

"Le persone si aspettano chiarezza e trasparenza. Ho deciso di dirlo adesso perché credo che sia i militanti del mio partito che i cittadini abbiano il diritto di sapere chi davvero vuole partecipare alla competizione più importante per la nostra città, ossia le primarie per il sindaco. Non comprendo il vezzo di non dire con chiarezza ciò che si intende fare", aggiunge Di Giorgi.

Di Giorgi, attualmente presidente del Conservatorio Cherubini e di Isia, ha alle spalle una lunga esperienza politica.  Capo di gabinetto con il sindaco Mario Primicerio a fine anni '90, è stata assessora alla cultura già con Leonardo Domenici, a cavallo tra il '99 e il 2000.

Proveniente dalle fila della Margherita, è stata eletta in consiglio comunale nel 2004, ma è con Matteo Renzi che prende il largo: nel 2009 l'ex rottamatore la porta in giunta come assessora alla scuola e, renzianissima, nel 2013 viene candidata ed eletta al senato, di cui diventa anche vicepresidente.

Nel 2018 torna in parlamento, questa volta alla Camera, eletta a Firenze nel collegio uninominale. Nel frattempo i rapporti con Renzi si affievoliscono, Di Giorgi passa all'area zingarettiana, si avvicina anche all'area lottiana di Base Riformista, ma restando sempre nel partito. Nel 2022 non viene ricandidata al parlamento. Ora la mossa per sparigliare le carte.

"Si tratta di dire per tempo ai cittadini chi saranno coloro che nel PD vorranno candidarsi. Credo che anche altri debbano farlo. Nel confronto che seguirà i cittadini potranno scegliere", dice ancora Di Giorgi, oggi 67enne.

"Le primarie si svolgeranno presumibilmente a gennaio. Restano alcuni mesi per prepararsi in modo serio e coinvolgere le persone. Non trattare il tema potrebbe essere scambiato per volontà di non impegnarsi da parte del Pd in una campagna per le primarie, cosa incomprensibile per un partito che delle primarie e della necessità di coinvolgimento dei cittadini ha fatto una propria bandiera", conclude.

In realtà, come detto, non è assolutamente scontato che le primarie ci saranno. Nardella, che sponsorizza l'attuale assessora al welfare Sara Funaro, si muove per costruire attorno a sé un ampio consenso che gli apra la strada alla candidatura alle Europee, che si terranno in contemporanea alle amministrative. Si esprimerà pro o contro le primarie, probabilmente, a seconda di quanto possa convenirgli.

Chi invece scalpita per le primarie è senz'altro la ex assessora all'urbanistica Cecilia Del Re: defenestrata da Nardella "con un pretesto" (parole sue), per lei sarebbe l'unico modo di tornare in corsa, almeno come candidata del centrosinistra a guida dem.

Ovviamente scalpita anche l'area Schlein, che adesso è quella che dà le carte. La mossa di Di Giorgi è senz'altro un modo per far parlare delle primarie. E' molto, stranamente, in anticipo. Chissà, forse potrebbe giovare più ad altri, o altre, che a lei stessa. Almeno in un primo momento. Staremo a vedere. 

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