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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Battaglia di Anghiari: i dubbi del neo assessore alla cultura Givone

Si è presentato sottolineando le sue perplessità sulla vicenda il filosofo che sostituirà Renzi alla cultura: "Temo purtroppo che questo sasso sarà destinato a non produrre risultati"

“Non sono un politico e non sono iscritto a nessun partito; sono e continuerò a fare il professore. È l’unica condizione che ho posto al sindaco Renzi prima di accettare l’incarico”. Questo il biglietto da visita di Sergio Givone, il nuovo assessore alla cultura del Comune di Firenze. Filosofo di fama riconosciuta, professore ordinario di estetica all’Università di Firenze, Givone, all’inizio di questo nuovo “mestiere”, in una certa maniera ha subito messo le carte in tavola. Un uomo squadra, ma soprattutto un battitore libero. Fin dal primo giorno, ancor prima di entrare nel Salone dei Duecento e sedersi nei banchi riservati alla giunta fiorentina, non ha avuto peli sulla lingua anche quando è stato tirato in ballo uno dei temi più spinosi da gestire nel corso del suo assessorato: la ricerca della Battaglia di Anghiari di Leonardo. “Firenze – ha sottolineato – ha sofferto molto d’ignavia, di cose non fatte, di paura di fare; e questa ricerca è senz’altro un sasso gettato in tale stagno, dunque un fatto positivo, che serve. Temo però che purtroppo questo sasso sarà destinato a non produrre risultati. Ma va bene comunque; quello che non va bene è stare fermi, farsi paralizzare dal non fare”.

Cristallino fin dalle prime ore. Quella ‘caccia’ forsennata, sotto la tela del Vasari nel Salone dei Cinquecento, secondo il neo assessore potrebbe non essere altro che un sasso lanciato nel vuoto. Per Renzi una delle partite più coinvolgenti di Firenze, per Givone un po’ di clamore e nulla di più. Se qualcuno cercava discontinuità, eccola servita su un piatto d’argento. Non tanto gli eventi copertina ma un impegno costante per cercare di dar fiato a quel “Rinascimento” di cui Firenze è l’emblema universale. “Firenze – ha concluso – è una città piena di energie latenti, che occorre impegnarsi per liberare in modo da farle superare lo stato di paralisi in cui è bloccata; Firenze ha bisogno di tornare ad essere città culturalmente attiva”.
 

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