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La polemica

Nardella: “Zone 30 non sono un capriccio, si salvano vite umane”

Il sindaco in tv: “Ricevo un sacco di segnalazioni di cittadini sulle auto che corrono troppo”

Polemica sempre più forte, complice anche la campagna elettorale partita con discreto anticipo sulle ‘zone 30’, con Matteo Salvini che continua a premere sull’acceleratore contro il sindaco di Bologna Matteo Lepore. Sul caso è intervenuto oggi anche Dario Nardella. A Firenze sono infatti 14 quelle già attive e altre sono in via di realizzazione. Una scelta che il primo cittadino ha rivendicato oggi in tv a  'L'Aria che Tira', su La 7. “A 30 chilometri orari il tasso di mortalità è del 10% massimo. A 50 sale oltre il 50%. Qui si parla di vite umane. La politica - ha aggiunto - dovrebbe avere un pochino più di sensibilità, perché il tema qui è questo, non il capriccio di un sindaco che vuole mettere tutto a 30 all’ora”.

Nel 2023 investimento mortale per 434 pedoni

Nardella ha anche ricordato come nel 2023 ci siano stato quasi 500 pedoni investiti e morti (434) “a causa, quasi sempre, della velocità”. Tuttavia, ha specificato, “una cosa è mettere il limite dei 30 all’ora nelle strade grandi, a quattro o due corsie. Altro, come stiamo facendo a Firenze e credo anche a Bologna”, se la misura scatta "nelle zone molto abitate, vicino a scuole, ospedali, luoghi molto frequentati, in strade relativamente piccole dove obiettivamente ci sono macchine che corrono”. Anche perché, ha fatto sapere, “ricevo un sacco di lettere di cittadini che si lamentano che nella loro strada le auto corrono troppo”. In ogni caso sulle zone 30 al momento ha confermato la linea soft di Palazzo Vecchio: “Solo controlli, non sanzioni, perché c’è anche una fase di educazione progressiva”.

Azione Ncc: “Incidenti dovuti a mancato rispetto delle regole”

Non troppo convinta della misura, invece, Azione Ncc, l'associazione di noleggi con conducente: "In molti dicono che istituendo queste zone si riducono gli incidenti, ma in realtà gli incidenti sono dovuti al fatto che molti non rispettano le regole: tra passaggi con semafori rossi, problemi sulle strisce pedonali, mancate precedenze, l'Italia a volte sembra il far west. Quindi la prima cosa da fare è far rispettare le regole del codice della strada e fare anche un'opera di sensibilizzazione pubblica. Non sarà la differenza di velocità tra 30 e 50 km/h a cambiare il volto della mobilità in Italia". Magari però a salvare qualche vita sì. In ogni caso, aggiungono, “c'è anche da considerare un aspetto legato alla tecnologia - concludono da Azione Ncc - Le auto di oggi sono molto più sicure rispetto a quelle di anni fa: frenano prima e meglio. Ma si torna al problema: se non dai una precedenza, se non vedi un pedone sulle strisce, se sorpassi dove non puoi farlo, metti in pericolo gli altri e te stesso. Per guidare bisogna usare gli occhi e la testa: fare a meno di uno dei due può provocare conseguenze tragiche”.

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