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Domenica, 28 Aprile 2024
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Scavi Tav, Idra: “Su sicurezza e piano di emergenza nessun riscontro al monito dei vigili del fuoco”

L’associazione ecologista: “Siamo sconcertati dal silenzio, sono passati sette mesi dall’inizio dei lavori”

A distanza di sette mesi dall’entrata in azione della fresa Iris “non risulta ancora essere stata depositata alcuna documentazione” relativa al piano di emergenza del progetto esecutivo del sottoattraversamento Tav di Firenze, nonostante un doppio monito da parte dei vigili del fuoco. A darne notizia è l’associazione Idra che nei giorni scorsi è stata ricevuta dal comando fiorentino. 

I rappresentanti dell’associazione ecologista fiorentina Girolamo Dell’Olio e Marco Mordini in un comunicato fanno sapere di essere “profondamente sconcertati” e attaccano: “Si continua dunque impassibilmente a operare contra legem. La nota del comando richiama infatti due decreti varati nel 2005 e nel 2011, rispettivamente  in tutela della sicurezza nelle gallerie ferroviarie e della prevenzione degli incendi. Tale grave mancata osservanza delle norme riguarda un intervento in sotterraneo perpendicolare alle linee di scorrimento della falda, che introduce fattori di rischio non trascurabili in una città d’arte preziosa e popolosa, meta di un abbondante turismo internazionale, esposta a criticità idrogeologiche storiche (con le ultime esondazioni del fiume Arno e dei torrenti Mugnone e Terzolle nel 1966 e nel 1992), in un contesto urbano messo duramente alla prova – nella mobilità e nella vivibilità - dalle impattanti cantierizzazioni per le nuove linee tranviarie”.

Ad aumentare la preoccupazione, sottolineano gli esponenti di Idra, l’incidente al Ponte al Pino, con allagamento, dello scorso dicembre: “Già dopo i primi metri di azione la fresa Iris ha coinvolto, stando alle dichiarazioni di Rfi, uno delle centinaia di pozzi di carotaggio disseminati lungo la traiettoria prevista per i due tunnel fra Campo di Marte, via Circondaria e Castello, riversando dal sottosuolo sopra la sede stradale quantità di fango tali da provocare un lungo blocco della circolazione”.

L’associazione fa sapere di aver informato “vanamente” le istituzioni, dal sindaco Nardella al presidente della Regione Giani fino al ministro Salvini, “sulla dimensione del rischio che una procedura operativa disinvolta come quella che si constata comporta per la comunità”  trasmettendo loro la nota dei vigili del fuoco. “Altrettanto ha fatto l’associazione fiorentina all’indirizzo dell’Osservatorio ambientale,  delle commissioni consiliari competenti del Comune di Firenze e della Regione Toscana, dei ministri dell’Ambiente e dell’Interno, e dello stesso prefetto, dal quale ancora non risulta essere stata accolta la richiesta, trasmessa da marzo a oggi nove volte per Pec, di un colloquio sull’argomento".

Fango dal cantiere Tav, allagamenti a Ponte al Pino

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