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Cronaca

Molestie on line dal finto ginecologo: centinaia di vittime, raffica di denunce

Anche una ragazza fiorentina sarebbe finita nella rete del maniaco

Ha postato un appello sui social che in pochi giorni è diventato virale, dando il coraggio a oltre 250 vittime in varie regioni italiane – Toscana compresa – di denunciare episodi identici a quanto è accaduto a lei pochi giorni fa. Lunedì infatti la giovane, pugliese di 24 anni, studentessa universitaria a Roma, è stata infatti contattata telefonicamente da un numero privato da un sedicente ginecologo che ha affermato di essere associato all’ospedale della città di residenza della studentessa.

Prima di accorgersi dell’inganno però, la giovane, come molte altre, è caduta nella rete del molestatore, in possesso di dati personali delle sue vittime e informazioni sanitarie sulle loro condizioni: solo dopo alcune strane e insistenti richieste dell’uomo sull’attività sessuale delle vittime (anche con richiesta di mostrare le parti intime mediante video chiamata per accertare i sintomi di una presunta infezione di cui stava loro comunicando il risultato), molte ragazze si sono accorte che all’altro capo del telefono c’era un maniaco.

Ragazze molestate: raffica di denunce

Dopo l'appello sui social, oltre 250 vittime della stessa modalità di molestia (alcune subite anche diversi anni fa) si sono palesate e molte di loro hanno poi deciso di denunciare tutto alle forze dell'ordine.

La vittime avrebbero avuto ulteriori conferme che il maniaco in questione sa effettivamente dati personali quali date di nascita, numero privato e addirittura numero del posto di lavoro, nonché i loro problemi ginecologici.

La ragazza fiorentina

Anche una giovane studentessa universitaria di Firenze ha denunciato, riporta il Corriere Fiorentino, il sedicente ginecologo che producendo dati sensibili rubati chiama le ragazze e pone domande sulla loro intimità sessuale, chiedendo infine di fare una visita in videochiamata. Non tutte accettano, ma molte lo fanno in ragione della lunga serie di dati che l’interlocutore – che si finge un medico - cita parlando con loro.

Dai sui profili Instagram e Facebook, con l’hashtag #nonseisola, la studentessa che per prima ha trovato il coraggio di denunciare, aveva attivato una sorta di piattaforma per ciascuna delle regioni italiane, una rete alla quale ci si può rivolgere con studi legali che si sono segnalati per dare sostegno alle giovani che vogliono segnalare il caso. E da Firenze è arrivato subito un segnale.

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