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Cronaca

Migranti: in Toscana 9mila300 rifugiati, 1 ogni 403 residenti

Bugli: "Il sistema di accoglienza diffuso proposto dalla Toscana funziona: è un modello per tutta Italia"

Sono 8mila430 i profughi e richiedenti asilo sono oggi ospiti in Toscana, l'8% di tutta Italia, quanti il Veneto e la Liguria e un po' meno della Lombardia, che ne ospita il 12 per cento. Più 883 accolti negli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asiolo e rifugiati), per un totale di circa 9mila300 persone. Il punto è stato fatto dalla Regione lunedì, in occsasione della giornata internazionale del rifugiato.

Negli ultimi mesi è cresciuto il numero delle persone accolte, circa mille in più, ma anche le strutture (592, una trentina in più) e i territori comunali coinvolti (206 ad oggi, dei 279 comuni che si contano in tutta la regione).

Il modello rimane quello dell'accoglienza diffusa e dei piccoli numeri senza concentrazioni già tenuto a battesimo in Toscana nel 2011, con la prima emergenza nord-Africa. Su questo Regione e associazioni di Comuni non intendono arretrate. "E' un modello che ha molti meriti – sottolinea l'assessore all'integrazione Vittorio Bugli –: garantisce una convivenza dignitosa tra gli ospiti, aiuta l'integrazione, razionalizza le risorse e nello stesso tempo riduce la pressione sui territori".

Gli 883 ospiti degli Sprar dipendono direttamente dal ministero dell'interno, su progetti presentati di volta in volta da Comuni, Unioni e Società della salute. Rispetto a tre mesi fa, si sono trovati duecento posti in più. La Toscana conta poco più di 3 milioni e 750 mila residenti, compresi 395 mila stranieri (dati 2014) con regolare permesso di soggiorno. I rifugiati sono dunuqe 1 ogni 403 residenti.

La Regione Toscana, assieme ad Anci, l'associazione dei comuni toscani, ha proposto a fine maggio un piano operativo in otto punti da affrontare insieme al Governo per la futura accoglienza, partendo dal modello di accoglienza diffusa.

"Vanno coinvolti i Comuni che ancora non hanno ospitato o ospitano meno di quanto potrebbero, tenendo presente l'eventuale esistenza sul territorio di Sprar - spiega Bugli -. C'è poi l'accoglienza in famiglia, si potrebbero sperimentare nuove formule: lo scorso autunno in poche settimane alla Regione sono arrivate 600 telefonate ed offerte per duecento case e 250 posti. Stiamo ancora attendendo il nullaosta dal Ministero dell'interno".

Per l'assessore occorre anche che lo Stato metta a disposizione i suoi immobili inutilizzati, così come hanno fatto Regione e Comuni, che si promuovano ulteriori progetti sperimentali per inserire i rifugiati in strutture pubbliche legate alla forestazione e l'agricoltura o in borghi disabitati, da ripopolare. Occorre infine favorire l'integrazione (per chi potrà rimanere) e utilizzare le risorse europee appositamente dedicate per rimpatri volontari assistiti nei confronti di chi in appello si vedrà respingere la richiesta di asilo o permesso umanitario.

Bugli propone anche forme di incentivi e disincentivi per i territori che accolgono profughi e per i territori che non lo fanno e il via libera alla partecipazione a nuovi bandi Sprar anche per quei comuni che ne hanno già attivi.

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