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Cronaca

Ataf nella bufera: Moretti fa sul serio, pronto il taglio di 194 lavoratori

Dopo l'annuncio ad inizio dicembre sono arrivate le cifre degli esuberi. Il piano industriale di Ferrovie prevede il taglio di 194 dipendenti: 54 autisti e 135 amministrativi

L’Ataf in mano alle Ferrovie dello Stato riparte dal un numero: meno 194. È il taglio al personale stimato dalla nuova proprietà. Mauro Moretti, l’ad di Fs, lo aveva annunciato giusto qualche settimana fa proprio a Firenze: dal nuovo piano industriale “è probabile che vengano fuori degli esuberi. Non ci sono garanzie”. Un virgolettato deciso, senza troppi giri di parole, ad inaugurare la stagione privata di quella che è stata la più importante azienda pubblica di trasporto dell’area metropolitana fiorentina. Un annuncio preciso senza cifre. Quelle sono arrivate ieri durante il tavolo di trattativa tra i nuovi proprietari e le parti sociali. Un taglio frazionato in due tronconi e con il segno meno: 54 autisti, che da 887 passeranno a 828 (- 6,7%); 135 amministrativi, da 294 a 159 (- 45,9%). Insomma la mannaia si andrà ad abbattere su chi sta alla guida dei bus, ma soprattutto sui lavoratori che occupano gli uffici e le scrivanie di viale dei Mille. Il tutto per un risparmio di circa 7 milioni di euro sul costo del lavoro. Ma c’è di più. Nei piani di aziendali è stato ipotizzato anche il trasferimento in Germania o al Nord di 69 lavoratori: 43 in terra tedesca, 26 nel Settentrione. E nel nuovo piano economico c’è lo spazio anche per 28 domande di incentivo all’esodo.

I sindacati incassano ma non sono intenzionati ad ingollare il rospo: “Questo -194 – sottolinea Massimo Milli, vice coordinatore della Rsu Ataf – è il risultato matematico di una privatizzazione fatta con i piedi, senza cioè l’introduzione della clausola sociale. Non è altro che macelleria sociale”. “Chi ha prodotto – continua l’esponente della Cgil – e chi ha contribuito a fare questo disastro, a cominciare dal Pd, deve cominciare fin da subito a trovare soluzioni idonee per scongiurare questo bagno di sangue”.

RENZI – Netta la Rsu aziendale, netto il sindaco di Firenze Matteo Renzi: “Non essendo più proprietari, noi rispettiamo le decisioni della proprietà”, anche se si affretta a dire che “le ricostruzioni giornalistiche siano molto azzardate”. E da gennaio, se ce ne sarà la necessità, il sindaco è pronto a tendere una mano dicendosi pronto “ad aprire i tavoli di confronto”.  “Per quello che mi risulta – continua – la proprietà di Ataf sta facendo una serie di offerte e proposte di riorganizzazione del servizio, e spero che si trovino gli accordi necessari”. “Vedrete – conclude Renzi – che nel corso delle prossime settimane sarà chiaro come, e mi riferisco agli autisti in particolar modo, il processo iniziato” inciderà sul “cambiamento delle abitudini”; “Più che esuberi o non esuberi il tema vero sarà quello della riorganizzazione”.

Per adesso scioperi in vista non ce ne sono anche perché il grosso della trattativa si svilupperà dopo le vacanze di Natale. Durante questo pomeriggio tuttavia c’è stato un primo accenno di protesta. Mentre nel Salone dei 500 Renzi stava facendo gli auguri alla città, sotto le mura di Palazzo Vecchio i Cobas-Ataf hanno messo in piedi un presidio di protesta:  “Siamo qui  – ha affermato Alessandro Nannini, il coordinatore della Rsu Ataf – per fare i nostri auguri al sindaco e per ricordargli quello che ha combinato vendendo Ataf. Gli abbiamo fatto anche un regolo, una confezione di ‘Risatine effervescente C’, visto ultimamente aveva detto che gli esuberi Ataf erano solo barzellette dei sindacati. Peccato che l’azienda ci abbia già confermato i 194 licenziamenti”.

COSTO DEL BIGLIETTO – Di mezzo ci sono gli esuberi, e questo riguarda la forza lavoro, ma secondo i sindacati Moretti ha posto sul piatto del risanamento aziendale anche una maggiorazione del costo del biglietto: “Avevamo sempre detto – continua Nannini – che con l’arrivo dei privati sarebbe aumentato il costo del biglietto. Anche su questo avevamo ragione. Infatti l’azienda proprio ieri ci ha comunicato che si recherà in Provincia per chiederne l’incremento: da 1,20 euro a 1,50. Questi sono gli effetti di chi arriva in città e vuol fare cassa con il trasporto”. Moretti, stando alle parole dette dal sindacato, sarebbe quindi deciso ad intavolare non solo un braccio di ferro con le parti sociali ma anche con la Provincia di Firenze, che tutt’oggi, in attesa che le specifiche dell’Ente siano bypassate all’interno della gara per gestore unico regionale, controlla il capitolo trasporto.  

DE ZORDO – Voce del malcontento e mal di pancia raccolti anche da Ornella De Zordo di perUnaltracittà, che questo pomeriggio sul caso Ataf ha attaccato Renzi e Moretti a testa bassa: “Inserire nel bando la clausula sociale, cioè salvaguardare il livello occupazionale, avrebbe abbassato il prezzo di vendita, così il Comune di Firenze, in particolare il Sindaco Renzi, d'accordo con il presidente liquidatore Bonaccorsi (che due anni fa festeggiava un fantomatico bilancio in attivo), hanno scelto consapevolmente di alzare il prezzo in cambio della pelle di duecento lavoratori ATAF.  Moretti dal canto suo, pienamente calato nel ruolo di padrone della ferriera, non si scompone a firmare lettere di licenziamento, come non si è scomposto davanti alla tragedia di Viareggio a commentare ai parenti delle  vittime “sono cose che succedono””.

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