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Cronaca

Stop al riconoscimento dei figli di coppie gay a Milano: "Atto violento"

Arcigay Firenze ha celebrato il World Speech Day nella sua sede di via Forlanini

Condivisione e dialogo diventano la ricetta per contrastare il clima di odio che sta montando negli ultimi tempi nel Paese. Questo è il messaggio che la comunità Lgbtqia+ ha voluto dare in occasione della Giornata Mondiale del Discorso, World Speech Day. Arcigay Firenze ha deciso di organizzare un momento di partecipazione e condivisione delle proprie storie, le esperienze personali e comunitarie.

Nella sede di via Forlanini si è svolta una serata in cui ciascuno ha potuto raccontarsi, esprimersi liberamente e ascoltare le storie degli altri, un’occasione per fare il bilancio dei diritti raggiunti e quelli ancora lontani. “Il World Speech Day è stato ideato nel 2015 ad Atene durante il Forum della democrazia – ha spiegato Daniele Ciarchi, ambasciatore della Giornata mondiale del discorso sul territorio europeo e mediorientale per la sezione Lgbtqia+ –. Nel 2016 grazie alla spinta del Senato Americano il 15 marzo è stata designata come giornata nazionale del dibattito e dell’educazione. Poi si è diffuso in tutto il mondo. Oggi più di 100 nazioni festeggiano questa giornata, in cui ciascuno può sentirsi libero di esprimersi perché la forza della parola può tutto”.

Alla serata fiorentina del World Speech Day ha partecipato anche la presidente nazionale di Arcigay, Natascia Maesi: “Mai come in questo momento è importante concentrarsi sul dialogo. Nella situazione politica attuale, dove si moltiplicano i discorsi d’odio, soprattutto nei confronti della nostra comunità, da Firenze vogliamo lanciare un messaggio d’inclusione, sorellanza. 

Vogliamo portare avanti discorsi d’amore che possano cambiare il mondo. Noi crediamo molto in quello che riusciamo a trasmettere attraverso le nostre storie personali, i nostri percorsi di attivismo e le nostre lotte. Il confronto è possibile sempre. Crediamo molto nell’educazione delle nuove generazioni. I ragazzi sono più sensibili rispetto alle questioni dell’orientamento, all’identità, alle diverse forme relazionali e familiari. Abbiamo qualche difficoltà in più con gli adulti che sono più resistenti ai cambiamenti. Ma la società è diversa rispetto a prima e dobbiamo adeguarci”.
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La serata ha visto avvicendarsi diverse realtà interne alla comunità Lgbtqia+, mille sfaccettature di un mondo che conquista giorno dopo giorno i propri diritti e costruisce relazioni, legami importanti per non far sentire nessuno estraneo o a disagio nel proprio percorso di vita. Vincent Vallon, portavoce di Toscana Pride e vicepresidente di Arcigay Firenze ha raccontato la sua storia: “Rappresento la comunità transgender, sono nato donna, anche se non lo sono mai stato, se non per l’anagrafe. Già a 8 anni dicevo a mia madre di essere maschio. A quell’epoca non si riusciva a dare un nome a ciò che provavo dentro. Potevo solo conformarmi a una società e una famiglia che mi diceva che avrei fatto la fine di una zitella. Solo nel 2015 ho intrapreso il mio percorso di cambiamento, però tutti questi anni mi hanno permesso di vivere nella società come donna e di capire fino in fondo il suo significato. Oggi che sono Vincent ho preso le mie responsabilità e ho constatato anche di guadagnare di più. Mi ha reso consapevole di come vive una donna e come vive un uomo. Ho deciso che il mio corpo, il mio percorso
rappresenta il mio atto politico. Cerco di rappresentare tutte le nostre istanze, non solo quelle delle persone transgender. E sono convinto che non dobbiamo lasciare indietro nessuno”.

Durante la serata, non è mancata una riflessione sulla recente bocciatura della proposta di regolamento dell’Unione europea sulla genitorialità garantita anche per le coppie gay. Nella Commissione Politiche europee è stata approvata con 11 voti favorevoli la risoluzione presentata da Giulio Terzi di Santagata di Fratelli d’Italia e posto, dunque, un veto alla possibilità di riconoscere in Italia la genitorialità stabilita in uno degli Stati membri Ue sia figli di coppie etero, adottati o avuti da maternità surrogata.

“È stato un atto molto violento – ha dichiarato la presidente di Arcigay Natascia Maesi –, un posizionamento ideologico che danneggia prima di tutto le figlie e i figli delle famiglie arcobaleno. Siamo a fianco di queste famiglie e di tutte le associazioni del movimento Lgbtqia+, che sabato scenderà in piazza a Milano per dire che questa decisione scellerata mette a rischio soprattutto quei bambini, che il Governo dice di voler difendere. Così non trovano più le garanzie per vivere serenamente. Basti pensare a tanti momenti della vita quotidiana dove troveranno discriminazioni e sempre più difficoltà. Bisogna pensare subito a riempire il vuoto legislativo con una legge quadro che regoli una volta per tutte queste situazioni".

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