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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Campi Bisenzio

Euclid: nella missione dell’Esa anche il contributo di Leonardo 

Studierà l’espansione e l’evoluzione dell’Universo

Domani pomeriggio, 17.11 ora italiana, è previsto il lancio da Cape Canaveral, in Florida, della missione Euclid dell’Agenzia Spaziale Europea.

Il satellite sarà a bordo di uno SpaceX Falcon 9 e tra circa un mese raggiungerà la sua destinazione, a una distanza media di 1,5 milioni di km oltre l'orbita terrestre, dove resterà per circa sei anni.

Euclid studierà l’espansione e l’evoluzione dell’Universo, per comprendere come la sua struttura si è formata nel corso della storia cosmica. A partire da questi dati, le astronome e gli astronomi saranno in grado di desumere le proprietà dell'energia e della materia oscura, che insieme contribuiscono al 95% dell'Universo, e della gravità, chiarendo meglio la loro esatta natura. Per farlo, il satellite sarà equipaggiato - tra gli altri strumenti - di un telescopio che effettuerà una mappatura di oltre un terzo del cielo extragalattico (ovvero al di fuori della Via Lattea), osservando miliardi di galassie fino a dieci miliardi di anni luce, e scattando immagini di altissima accuratezza in luce ottica e nel vicino infrarosso.

Anche il sito di Campi Bisenzio (FI) di Leonardo contribuisce, grazie al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana, a questa importante missione scientifica d’indagine cosmologica.
 
Tra Campi Bisenzio e Nerviano (MI), infatti, sono stati realizzati i micro propulsori a gas freddo che consentiranno all’ESA di controllare l’orientamento della sonda nello spazio con correzioni di direzione di osservazione infinitesimali. A Campi Bisenzio nasce poi il Fine Guidance Sensor (FGS), un “sensore guida” le cui informazioni permetteranno di decidere come puntare il telescopio. Il Fine Guidance Sensor è la versione ipertecnologica e ultraprecisa di un sestante (strumento utilizzato nell’antichità per la navigazione celeste) capace di calcolare ogni due secondi l’orientamento del telescopio nello spazio con un’accuratezza finora mai raggiunta da un satellite europeo. È dotato di un sensore di luce molto potente capace di cogliere il bagliore delle stelle più deboli, che sono poi confrontate con una mappa di oltre 500 milioni di stelle - talmente grande che si è dovuto suddividerla in 48 zone di cielo.
 
 
 
 
 

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