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Smart working e baby-sitting, fuoriprogramma di Draghi: "Chissà perché in inglese?"

L’Accademia della Crusca ringrazia 

Ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel corso della sua visita all'hub vaccinale di Fiumicino, ha scherzato sull'uso eccessivo dell'inglese per parole come smart working e baby-sitting. "Per venire incontro alle esigenze delle famiglie abbiamo deciso già nel decreto-legge di oggi di garantire il diritto al lavoro agile per chi ha figli in didattica a distanza o in quarantena; per chi svolge attività per chi svolge attività che non consentono lo smart working verrà riconosciuto l'accesso ai congedi parentali straordinari o al contributo baby-sitting... chissà perché dobbiamo usare tutte queste parole inglesi?"

Un fuoriprogramma, o meglio, una riflessione che è stata particolarmente gradita all'Accademia della Crusca. "Che bello, grazie presidente! - ha commentato all'Adnkronos il professore Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia fiorentina- Da Draghi è arrivato un invito sereno a scegliere le parole italiane e a fare a meno di inutili forestierismi, specialmente inglesi. Sono molto contento che lo abbia fatto un uomo di provata esperienza internazionale che per anni ha fatto giustamente discorsi in lingua inglese. E' un segnale importante, perché viene da una personalità che non può certo essere tacciata di provincialismo".

"Da Draghi arriva un segnale interessante di attenzione al problema dell'eccessivo uso delle parole inglesi nell'italiano, spesso adoperate a sproposito - aggiunge Marazzini - Anche a causa della pandemia da Covid ha preso piede in Italia una fiera di parole inglesi senza precedenti, a partire da lockdown per proseguire con smart working, quando ad esempio si può usare l'italiano e comprensibile lavoro agile" conclude Marazzini.

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