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Cronaca

La denuncia: “Bando da ricercatore su misura per un candidato: l’Università lo ritiri”

Dopo un primo annullamento è stato riproposto con una modifica, ma da uno dei partecipanti alla selezione è partita una nuova istanza per la sospensione

Il bando per un posto da ricercatore in Filosofia del diritto della facoltà di Giurisprudenza sarebbe ‘profilato’, ovvero su misura per un candidato specifico e per questo uno dei partecipanti alla selezione ha presentato un’ulteriore istanza all’Università di Firenze chiedendo la sospensione in autotutela.

L’oggetto del contendere è la conoscenza della lingua portoghese, requisito essenziale nel primo bando pubblicato ad aprile e poi stoppato dall’Ateneo con un provvedimento firmato dalla rettrice Alessandra Petrucci, ma presente nella nuova versione seppur in versione ‘sfumata’ visto che viene posto come alternativa all’inglese. La cui conoscenza è però obbligatoria nei concorsi per l’accesso alle pubbliche amministrazioni. “Nel caso di specie - si legge nell’esposto - si ritiene sufficiente anche la sola conoscenza della lingua portoghese”.

Nella prima richiesta di annullamento questo requisito era definito ‘eccentrico’ e ‘strumentale’ a circoscrivere la rosa dei candidati in maniera significativa, poiché uno dei partecipanti non solo sarebbe in possesso di una certificazione di livello C2, che equivale alla madrelingua, ma come indicato sempre nella stessa istanza visionata da FirenzeToday, ha all’attivo svariati lavori con università brasiliane, oltre ad essere allievo del presidente della commissione di esame.

Inserendo nel bando il requisito della lingua portoghese, è scritto, “si genera un self-restraint nei candidati che ne sono sprovvisti, così determinando una distorsione della platea dei potenziali concorrenti a monte della procedura selettiva, il cosiddetto svantaggio da scoraggiamento”.

Oltretutto, viene sottolineato, alla data di scadenza del nuovo bando gli insegnamenti dell’Ateneo fiorentino “sono ancora tutti in lingua italiana, né è prevista l’attivazione di insegnamenti in lingua portoghese, mentre l’articolo 24 della legge 240/2010 (Ricercatori a tempo determinato) prevede, al comma 2, lettera c," che ‘l’ateneo può specificare nel bando la lingua straniera di cui è richiesta la conoscenza in relazione al profilo plurilingue dell’ateneo stesso ovvero alle esigenze didattiche dei corsi di studio in lingua estera”.

Anche gli accordi di collaborazione con università brasiliane “non giustificano il requisito della lingua portoghese, in quanto non prevedono attività didattica (es. erogazione/attivazione di corsi in lingua portoghese), ma solo la co-tutela della tesi di dottorato”.

Nei giorni scorsi, inoltre, è uscita la nuova commissione e ancora una volta si pone il tema del membro interno, poiché si tratta dell’altro professore per cui uno dei partecipanti, lo stesso, svolgerebbe attività didattica.

Ma, come da sentenza del Consiglio di Stato citata nell’esposto, “non può che ritenersi incompatibile con il ruolo di commissario d’esame il docente, chiamato ad esprimere una valutazione comparativa di candidati, uno dei quali sia dello stesso stabile e assiduo collaboratore, anche soltanto nell’attività accademica o pubblicistica”. Da qui la richiesta di annullamento e, contemporaneamente, la segnalazione anche all’Autorità nazionale anticorruzione.

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