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Cronaca

Ucraina, fotoreporter non gradito: “Accusato di propaganda filorussa”

Senza alcuna motivazione ufficiale sono stati sospesi gli accrediti del 35enne toscano

Volti emaciati e mani spaccate dal freddo tra le umide cantine del fronte ucraino che tremano sotto i colpi di artiglieria russa. Angoli bui dove il fotoreporter freelance Alfredo Bosco, 35enne di Santa Croce sull’Arno, ha raccolto testimonianze e interviste fino agli inizi di febbraio, quando i suoi accrediti stampa sono stati sospesi per motivi ancora non dichiarati in via ufficiale. 

Alfredo, insieme al collega Andrea Sceresini, per otto mesi ha girato in lungo e largo nei territori invasi fino a quando il mediatore che li accompagnava non ha spiegato loro che non li poteva più “scortare”. 

“Collaboro con numerose testate italiane e internazionali. Ho documentato mesi e mesi di conflitto nell’ovest del Paese: Zaporizhzhia, Odessa e Donbass”. 

Cosa documentavi?
“Preparavo del materiale fotografico che poi proponevo ai giornali, sebbene talvolta succeda che alcuni incarichi mi vengano commissionati”.

Di che tipo?
“Materiale dal fronte, la controffensiva oppure degli approfondimenti come per il Giorno della Vittoria del 9 maggio”.

Come vi siete organizzati? Un territorio nuovo per voi?
“Seguivamo le dinamiche in Ucraina dal 2014, fino al 2017 quando il conflitto era pressoché congelato”. 

Perché vi hanno sospeso gli accrediti e così la possibilità di spostarvi?
“Non c’è una motivazione ufficiale, sarebbero emersi dubbi su alcuni nostri lavori passati realizzati nei territori separatisti. L’accusa ufficiosa sarebbe quella di propaganda filorussa”. 

Come vi siete “difesi”?
“Ci siamo messi a disposizione per un confronto, aspettando una convocazione a Kiev per circa due settimane e facendo intervenire la nostra ambasciata, la Farnesina e comunicando la questione alla presidenza del Consiglio”. 

Come possono essersi fatti un’idea del genere?
“In passato abbiamo eseguito dei reportage nelle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, documentando addirittura le violazioni del coprifuoco e le miniere illegali”. 

Al limite del paradosso quindi?
“Non vi è alcun senso a questa cosa. Probabilmente non hanno nemmeno visionato il materiale”. 

Il vostro legale, Alessandra Ballerini, si è subito mosso…
“Ha subito lavorato sulla questione. E abbiamo ricevuto il sostegno della stampa italiana (Fnsi) e delle autorità italiane”. “Noi siamo qui a raccontare il volto della guerra, ben lontani da qualsiasi tipo di propaganda”. “Ma, in linea generale, il fatto che una qualsiasi informazione non pro Ucraina diventi automaticamente filorussa non va a favore della libertà d’informazione”. 

Altri giornalisti italiani hanno avuto problemi 
“Addirittura il nostro collega, Salvatore Garzillo, è stato bloccato alla frontiera polacca e bandito per 5 anni perché considerato non gradito”. 

Il 1°Maggio verranno rinnovati gli accrediti alla stampa…
“Confido che la situazione si sblocchi e di poter tornare a fare il mio lavoro. Ma non escluso che altri colleghi possano rimanere fuori”. 

Da lunedì ti trovi a Milano
“Alla fine sono stato costretto a rientrare. Voglio solo tornare a fare il mio mestiere”. 


 

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