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Sabato, 27 Aprile 2024
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Pasqua, tutte le curiosità legate allo Scoppio del Carro

Le origini e le curiosità sull'antica tradizione pasquale

A Firenze la Pasqua è sinonimo di tradizioni popolari. La più famosa e intensa è sicuramente rappresentata dallo Scoppio del Carro, ovvero il bellissimo evento che si tiene ogni domenica di Pasqua in piazza del Duomo. All'origine di questa celebrazione, c'è il così detto Fuoco Santo. Bisogna tornare indietro fino al 1099 con un giovane fiorentino di nome Pazzino, membro della nobile famiglia dei Pazzi, che nella Prima Crociata in Terra Santa, complice una buona dose di coraggio, fu il primo a scalare il muro di Gerusalemme e ad innalzare il vessillo cristiano. Per questo suo atto eroico ricevette in dono tre pietre focaie che provenivano dal Sacro Sepolcro e che Pazzino portò con sé alla fine della crociata, oggi custodite nella Chiesa di SS.Apostoli. 

Le tre pietre erano infatti utilizzate per accendere il fuoco che, il sabato santo, veniva benedetto nella Cattedrale e distribuito ai fedeli, per portarlo poi in processione e nei focolari domestici, da mantenere accesi fino al termine della Pasqua. Con il tempo entrò in uso la tradizione di portare il fuoco santo per le vie cittadine su di un carro riccamente addobbato, in modo che i fedeli che non avevano potuto partecipare alla cerimonia potessero accendere i propri ceri. La sera del sabato di Pasqua, le tre pietre vengono portate con la scorta del Gonfalone sul sagrato della Cattedrale di S. Maria del Fiore, dove vengono usate per accendere il fuoco che la mattina di Pasqua darà avvio allo scoppio del carro.

Le origini dello Scoppio del Carro

La tradizione dello scoppio del Brindellone, così si chiama il Carro, è legata a stretto giro a quello del fuoco sacro e quindi a Palazzino de' Pazzi.  Il vero e proprio scoppio del carro arrivò alla fine del 1300 e fu la famiglia dei Pazzi a volere la costruzione del monumentale "Carro di Fuoco", e quindi a gettare le basi dell'odierna cerimonia. A partire dal diciassettesimo secolo la cerimonia assunse le caratteristiche attuali, con quattro buoi graziosamente agghindati che trainano il Brindellone fino al Duomo. Anticamente il carro, molto più piccolo e semplice di quello attuale, subiva molti danni a causa del tradizionale scoppio, tanto da dover essere restaurato ogni volta. Quando nel 1494, in seguito alla cacciata dei Medici da Firenze, i Pazzi rientrarono in possesso dei loro vecchi privilegi, non ultimo quello dell’organizzazione del Carro del Sabato Santo, decisero di apportarvi qualche modifica, realizzandone uno più resistente e massiccio, così come lo conosciamo oggi.

Brindellone: perchè si chiama così e dove viene tenuto

A Firenze la parola "brindellone" viene utilizzata non solo per chiamare il Carro pasquale, ma anche per descrivere una persona di statura alta e dall'andamento ciondolante. Il curioso nomignolo è legato alla tradizionale festa celebrata anticamente dalla Zecca fiorentina. Ogni anno il 24 giugno, in onore del patrono di Firenze San Giovanni Battista, un alto carro di fieno partiva dalla torre della Zecca per poi fare il giro della città, trasportando un uomo vestito di pelo di cammello che rappresentava il santo. L'aspetto trasandato di questo figurante, spesso ubriaco e rimpinzato di cibo per aver banchettato fino a pochi minuti prima in Santa Maria del campo, gli valse il soprannome di "brindellone", ovvero straccione. Per analogia da allora l'espressione è andata a indicare tutti i carri che attraversavano la città per le feste, compreso quello pasquale.

Passando per il Prato, poco distante dall’omonima porta, vi sarà capitato di notare un’enorme parete di legno. E’ qui che, al numero civico 48, si trova il gigantesco portone che nasconde al suo interno un deposito molto speciale: la “casa” del Brindellone, il celebre carro che, ogni anno per Pasqua, da qui viene condotto da una coppia di buoi fino al Duomo. 

Quell'anno in cui il Brindellone stava per cambiare casa

Ci fu un anno in cui l'evento rischiò di non verificarsi. Bisogna tornare indietro nel tempo, precisamente nel 1907. Secondo quanto riporta l'Archivio Storico del Comune di Firenze, l’impianto dei binari per la tramvia e l’apposizione dei fili aerei nelle principali vie della città, in particolare in via dei Cerretani, piazza del Duomo e via dei Calzaioli, rischiavano infatti di rendere impossibile la festa del carro, che come di consueto veniva condotto dal Prato fino alla Cattedrale.

Per garantire che tale festa potesse aver luogo anche dopo il completamento degli impianti tramviari l’amministrazione pensò che potesse convenire “parcheggiare” il carro in un locale molto prossimo al Duomo, e a tal fine ritenne adatta una bottega in piazza delle Pallottole, alla quale sarebbero state apportate le modifiche necessarie. Ma una volta preso in esame il progetto di traslocare il carro dalla sede del Prato al nuovo locale risultò che lo spostamento avrebbe portato a spese eccessive, e non avrebbe risolto convenientemente la questione riguardante la linea aerea del tramvai.

Fu ritenuto quindi più opportuno lasciare il carro nel locale sul Prato, e con alcuni lavori speciali e di ancoraggio alla linea aerea tramviaria aprire al carro stesso il libero passaggio fino alla piazza del Duomo, lungo Il Prato, via Palazzuolo, via della Spada, via degli Strozzi, via dei Pescioni, via del Campidoglio, via dei Tosinghi, via dei Calzaioli. Con questo sistema l’Amministrazione poté risparmiare l’affitto del nuovo locale in piazza delle Pallottole, e allo stesso tempo mantenere in esercizio le linee tramviarie anche durante la funzione.

La Colombina e la sfortuna

la colomba simboleggia lo Spirito Santo e il fuoco che si accende con la Resurrezione di Gesù dal Sepolcro. Per comprendere quanto questo rito sia caro ai fiorentini basta capire anche il legame tra la celebrazione religiosa e quella civica: al momento dello “scoppio” una girandola posta sulla sommità del carro fa dispiegare tre gonfaloni, uno con lo stemma dell’Arte della Lana, che oggi simboleggia l’Opera di Santa Maria del Fiore, uno con quello della Famiglia Pazzi in memoria del celebre Pazzino e un terzo con il giglio di Firenze. 

Il buon volo o meno della Colombina, secondo la tradizione popolare, può determinare le sorti dell'annata. Se la Colombina va e torna in maniera regolare, vorrà dire che l’annata sarà buona. Questo è l’auspicio che inizialmente veniva rivolto ai contadini e che è stato poi generalizzato. Un caso anomalo fu per esempio il 1966 quando a Firenze la Colombina non tornò; fu anche l’anno dell’alluvione. Anche nel 2018 la Colombina arrivò al Carro ma non fece ritorno all'altare maggiore. 

Lo Scoppio del Carro in altre città

Nel corso degli anni questa festa si è diffusa anche in altre piccole località del territorio toscano. Un secondo Scoppio del Carro è quello di Rufina, dove lo spettacolo pirotecnico si svolge con le stesse modalità di quello fiorentino, salvo per il fatto che la festa si svolge a mezzanotte del Sabato Santo e non la mattina di Pasqua come avviene anche a Cascia, frazione di Reggello a dieci km da Figline, anche in questo caso la miccia della colombina viene accesa dall'Altar maggiore.

Un altro Scoppio del Carro avviene nella piazza principale (davanti all'Insigne Collegiata) di Figline Valdarno, sempre in Provincia di Firenze; le modalità sono le stesse di quelle del capoluogo a differenza che il "carro" è la riproduzione in scala ridotta del Palazzo Pretorio della cittadina valdarnese. A Panzano in Chianti lo scoppio avviene il martedì dopo Pasqua. A Ripatransone (Ascoli Piceno), ogni seconda domenica di Pasqua si svolge il cavallo di fuoco.

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