rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Slavina Pdl, dopo la scissione Magnolfi si dimette da capogruppo in Regione

Lo strappo Berlusconi-Alfano, la nascita di Forza Italia e Nuovo centrodestra, in Toscana produce i primi effetti: Alberto Magnolfi stacca la spina all'esperienza Berlusconi e lascia la testa del gruppo regionale toscano

“Di fronte al precipitare dei fatti ognuno ha dovuto fare la sua scelta: ho deciso di non partecipare al Consiglio Nazionale, al quale ormai restava solo il compito di ratificare un documento che fin dall’inizio non avevo condiviso su punti essenziali”. Così Alberto Magnolfi, fino a ieri, fino alle “dimissioni”, capogruppo del Pdl al Consiglio regionale della Toscana.

La slavina Pdl è iniziata nel tardo pomeriggio di venerdì 15 novembre, quando Alfano e Berlusconi, finito il vertice a Palazzo Grazioni, hanno scelto di prendere due strade separate (anche se per adesso contigue, con il Pdl che da partito potrebbe trasformarsi nel contenitore della coalizione di centro-destra, un po’ come fu la Casa della libertà). Da una parte il nuovo soggetto politico guidato da Alfano e dalle colombe e dai governativi alla Schifani e alla Cicchitto, dai ministri ex Pdl, da Saccomanni e Formigoni. Dall’altra ‘Silvio’ alla testa di Forza Italia 2.0, il ritorno. Con lui i falchi, Da Verdini a Bondi passando per Capezzone e Santanché, e i lealisti di Fitto.

Due strade, due nuove casacche, un partito nuovo zoppo di un pezzo di sé che si è fatto a sua volta partito. Il tutto comprensivo della retorica del tradimento, quella del figliol prodigo e quella dei toni bassi, imposta dal Cav che, in ottica elezioni e squadrone anti Renzi, non vuol recidere definitivamente i ponti e i cordoni ombelicali.

Un ventennio che si spezza, a Roma, che si frantuma in periferia. L’effetto domino, vedi la scelta di Magnolfi che ha scelto di seguire ‘Angelino’, è servito.  “Le divergenze di opinione che si sono manifestate sarebbero perfettamente compatibili con l’unità del partito –  ha continuato il consigliere – se questo avesse meccanismi di garanzia per legittimare pienamente il pluralismo di opinioni al proprio interno. Purtroppo gli sforzi fatti in quella direzione si sono scontrati contro resistenze insuperabili”.

L’ormai ex capogruppo all’Assemblea Toscana, nella nota ringrazia Denis Verdini e il coordinatore Toscano Massimo Parisi “per la stima e l’amicizia”, ma a proposito delle ultime vicende ricorda come il Pdl, andando al governo con il Pd conosceva “l’accanimento antiberlusconiano e giustizialista di cui sono campioni. Solo tenendo distinti questi campi potevamo (e possiamo) dare qualche risposta concreta al Paese” conclude Magnolfi, se la maggioranza del partito non avesse “smarrito la lucidità e la linearità di quell’approccio”. dando “libero sfogo a posizioni sempre più liquidatorie, con toni talora imbarazzanti per il loro estremismo”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Slavina Pdl, dopo la scissione Magnolfi si dimette da capogruppo in Regione

FirenzeToday è in caricamento