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Renzi si candida sindaco a metà: "Magari non farò tutto il secondo mandato"

Il sindaco segretario: "Il premier nel 2014 sarà Letta". E su Firenze promette: "La mia responsabilità è quella di restituire alla città ciò che mi ha dato. Ovvero non usare Firenze per fare carriera ma usare la propria carriera per Firenze"

Dopo la visita nella Terra dei Fuochi e al centro di accoglienza dello scandalo, quello di Lampedusa, un po’ da “privato cittadino”, un po’ da segretario del Pd, Matteo Renzi è tornato di corsa a Firenze. E da sindaco si è trovato subito la grana degli antagonisti pronti a menar le mani con la polizia che ha impedito ai manifestanti di raggiungere le vie dello shopping di lusso. Al telefono con il questore Micillo, con il vertice della municipale, poi in serata la nota: una condanna decisa alla violenza e “la solidarietà agli agenti feriti”.

Tra gli impegni da segretario e quelli urgenti da sindaco (erano una decina di anni che in città non si verificavano scontri con le forze dell’ordine), a Renzi è scappato il tempo di rilasciare un’intervista bella corposa a la Nazione di Firenze. Tema del ‘forum’, il futuro politico di Firenze, appunto. Futuro legato a doppio filo con quello di Renzi, appunto.

LETTA 2014 – Con Renzi che, come noto, si riproporrà alla guida della città perché ha detto subito “il presidente del Consiglio per il 2014 di chiama e si chiamerà Letta”. E se l’affermazione secca non bastasse è arrivata subito la sottolineatura: “E qui parla il segretario del Pd”.

SECONDO MANDATO A META’? – Un Renzi che se da una parte chiede ai fiorentini il lascia passare per il mandato bis, dall’altra ha ben chiaro lo scacchiere politico nazionale. A scadenza. Fatto salvo il 2014, anche se francamente non è detto che l’attuale premier arrivi a mangiare il panettone del Natale 2014, la metà del 2015 è fortemente indiziata per la nuova chiamata alle urne. Per questo Renzi mette le mani avanti: “Magari non farò tutto il secondo mandato, ma sono felice del fatto che Firenze è cambiata davvero”.

PROMESSA – Parlando del suo rapporto con Firenze, quindi Renzi dice: “Ora so che la mia responsabilità nei confronti di questa città è quella di restituire alla città ciò che mi ha dato. Ovvero non usare Firenze per fare carriera ma usare la propria carriera per Firenze. Che è una cosa diversa”.

MAGGIO – L’esempio delle potenzialità del doppio incarico Renzi lo trova subito, quando tocca la questione Maggio Musicale: “Oggi ha una prospettiva, grazie a quella legge che abbiamo fortemente voluto. Se non c’era il ruolo nazionale, il Maggio era tutto un altro film. Questo non vuol dire che si sono fatte cose men che oneste. Sono state fatte cose legittime. Però la forza che si ha nel porre alcuni temi è maggiore rispetto a prima”. Come dire, un conto è sbattere i pugni nei vari ministeri da sindaco, un altro da segretario del Pd e quindi dall’azionista di riferimento della maggioranza di governo.

SINISTRA – Poi, parlando di logiche politiche, Renzi da segretario del Pd e da sindaco, fa un’analisi cruciale, che sa di manifesto: a Firenze “c’è una parte della sinistra che è una parte con cui facciamo bene a non andare d’accordo. La parte della sinistra che in questi anni ha gridato allo scandalo per tutto è giusto che trovi un altro candidato. Che questo candidato sia espressione dell’ala sinistra del Pd o, viceversa, altro, a me non interessa”. Così ai giornalisti che gli chiedono se pensa che un pezzo di Pd fiorentino se ne vada, Renzi risponde: “Dai giudizi che leggo, probabilmente sì: non un pezzo ma qualcuno. Però non mi preoccupa. Il Pd a Firenze la prossima volta vuole vincere, come nel 2009. Poi ci sono persone che fanno una battaglia di testimonianza, finalizzata magari a rientrare in consiglio comunale. Ed è legittimissimo che questo accada”.

PRIMARIE E PASTICCI– E allora, primarie? “C’è stato qualche caso raro in cui siamo andati alle primarie per il secondo mandato. E sono stati fatti grandi pasticci: penso a Genova, ma non solo”. E ancora: “È evidente che il giudizio sul sindaco che ha già fatto il primo mandato lo danno solitamente i cittadini, che dicono sì o no. Comunque la decisione la prenderanno gli organi del Pd a norma dei regolamenti che sono stati approvati, per cui non è che decido io. Se ci saranno le primarie le faremo”.

LISTE CIVICHE – Scartata l’ipotesi primarie, il sindaco segretario si è soffermato sulla geografia politica che potrebbe sostenere la corsa al suo secondo impegno alla guida di Palazzo Vecchio. Se un pezzo di Pd cittadino potrebbe sganciarsi, arriveranno “liste civiche”. E anche questo passaggio sa di manifesto: “Ci saranno liste civiche di persone più legate la centro. Cittadini moderati che magari a livello nazionale votano per il centrodestra ma che a Firenze vogliono votare per me e non per il Pd e avranno una loro lista, ci saranno cittadini più a sinistra che non votano il Pd e poi ci sarà il Pd con gli alleati”.

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