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Registro matrimoni gay, Nardella non voterà la mozione di Sel

"Il sindaco non vota mozioni rivolte al sindaco", sottolinea Nardella che attacca Alfano: "Più che alle circolari pensi ad impegnarsi per una nuova legge". Per Nardella infatti la strada maestra resta la via parlamentare

Registri comunali dello stato civile e trascrizione dei matrimoni gay. A che punto siamo? Ieri pomeriggio, su Repubblica.it, la notizia apriva il giornale. Così anche il Corriere della Sera. Da una parte la circolare del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che, vieta la trascrizione; dall’altra i sindaci ‘in trincea’, i ribelli, quelli che hanno già firmato la direttiva che apre il registro. Capeggiati da Virginio Merola, sindaco di Bologna, il primo a sottoscrivere un atto in tal senso, deciso a “non obbedire” ad Alfano perché, ha spiegato ieri, il punto di vista del ministro “non è solo burocratico, ma è tragicomico” e perché “a Bologna i sentimenti non si sfrattano”. Che detta così, in poche righe, è dir poco: anche perché in mezzo si stanno rincorrendo i possibili ricorsi alla circolare, i comunicati delle associazioni, dei partiti, dei vescovi. Senza dimenticare la posizione del Pd, che in gran parte sconfessa Alfano (mettendo il Governo in qualche imbarazzo) e che richiama Renzi ad accelerata sui civil partnership.

Al dibattito serrato, tuttavia, dalla parte dei sindaci, manca tuttavia il peso specifico di Firenze: in prima fila c’è Milano, Bologna, Napoli, manca Firenze. Perché? Per via della posizione scelta dal sindaco Nardella, che si è posto un passo indietro rispetto ad altri suoi colleghi di peso. E che ha annunciato che in Consiglio Comunale non voterà la mozione di Sel sulle trascrizioni: "Il sindaco non vota mozioni rivolte al sindaco". Detto questo, precisa, la posizione di Firenze "non e' affatto isolata", anche perché "i sindaci che stanno polemizzando con i prefetti non possano non essere d'accordo con la necessità di una norma dello Stato". E sulla mozione Firenze? "Quando arriverà in Consiglio comunale- spiega il sindaco- vedremo come muoverci. Io aspetterò la mozione e il dato del Consiglio, poi prenderò una decisione".

Secondo Nardella, al centro del dibattito dalla scorsa settimana, quando la questione sulla trascrizione delle nozze gay gli è scoppiata ‘in casa’ dalla porta di servizio- per via della mozione di Sel che ha avuto il via libera in commissione (con il Pd che tra sì, astenuti e no si è sfilacciato) e che ora entrerà in Consiglio comunale- infatti "la battaglia politica vera, dalla quale non mi sottraggo affatto, e' proprio quella di sollecitare governo e Parlamento a fare una legge dello Stato. Questa è la cosa che secondo me dobbiamo fare". Proprio per questo "Alfano pensi più che alle circolari ad impegnarsi per una nuova legge".

Detto questo però, Nardella, anche se rispetta la via dei sindaci che di fronte alla circolare hanno scelto la via della resistenza, crede che la strada maestra rimanga quella parlamentare, perché “bisogna essere chiari con le persone che da anni aspettano di vedersi riconosciuti i loro diritti, secondo me sacrosanti: la soluzione rimane una legge moderna, da fare presto, che riconosca i diritti civili anche alle coppie omosessuali. E’ evidente, infatti, che al di là del fatto politico quello che conta, per non prendere in giro le persone, è la fattibilità giuridica, la concretezza dell'atto".

Ma con i numeri e le sensibilità dell'attuale Parlamento, ci sono le possibilità per una nuova legge sul tema? "Secondo me sì", sottolinea Nardella, che in questo si mostra più ottimista del collega di Bologna Virginio Merola. "Se nasce una pressione forte, politica, partendo delle dichiarazioni molto importanti che ha fatto il presidente Renzi sulle civil partnership, possiamo trovare terreno fertile". Sulla trascrizione dei matrimoni gay contratti all'estero i sindaci 'disobbedienti' stanno sbagliando? "No, non ho mai detto questo. Ogni sindaco sceglie giustamente, legittimamente o non legittimamente, la strada. Comprendo anche le ragioni di tanti sindaci, anche del mio partito, che utilizzano questa via per portare all'attenzione dell'opinione pubblica un tema vero".

Tuttavia "lo scontro prefetti-sindaci forse serve per avere visibilità, ma non porta a nessun risultato". Secondo me- continua il suo ragionamento Nardella- non c'e' bisogno di questo scontro, perché prendiamo in giro le persone. Per il resto, ognuno fa la sua battaglia politica: il ministro Alfano fa la sua, i sindaci fanno la loro, i prefetti cercano di far rispettare quello che gli viene detto. Tutto questo però, non porta ad un risultato concreto". In sintesi: né con Alfano, né con i sindaci ‘ribelli’; con Renzi sul fronte dei civil partnership. Ma nessuna barricata locale.

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