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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Maggio fiorentino, la cura di Bianchi: meno personale e tagli in busta paga

Il commissario ha illustrato ai sindacati la ricetta che scongiurerebbe la liquidazione della fondazione: revisione dell'accordo integrativo ma anche la riduzione del personale

La cura studiata da Francesco Bianchi per il Maggio fiorentino passa da due parole: stipendi e personale, entrambe lette al ribasso. Il commissario dell’ente lirico ha parlato chiaro ieri davanti ai sindacati. Per salvare dal baratro la Fondazione fiorentina più prestigiosa nel mondo servono buste paga più leggere da una parte, meno personale dall’altra. Bianchi, chiamato tre mesi fa a prendere le redini del Maggio, dopo la gestione della sovrintendente Francesca Colombo, non sembra lasciare molti spazi a soluzioni alternative, anche perché i tempi sarebbero strettissimi.

Non tanto perché qualche tempo fa lo stesso Bianchi aveva parlato del 30 aprile come termine ultimo – ma il commissario aveva già chiarito che si trattava di una data indicativa per sottolineare l’urgenza della situazione – quanto perché ogni giorno che passa accrescerebbe l’insostenibilità in particolare di costi fissi come quelli per il personale. La “ricetta” del commissario poggerebbe dunque su due cardini: una profonda revisione dell’accordo integrativo ma anche la riduzione del personale. Coro e orchestra sono stati indicati come “cuore” della Fondazione: “Noi – scherzano, ma non troppo, alcuni lavoratori – non sappiamo a quali altri organi siamo paragonati...”. Ma a non convincere il commissario non sarebbe solo il numero degli addetti, bensì il loro impiego funzionale.

Intanto, per cominciare a concretizzare il suo piano di alleggerimento, Bianchi sarebbe intenzionato a partire dalla testa: viene dato in uscita il direttore amministrativo e delle risorse Vincenzo Caldo, già stretto collaboratore di Francesca Colombo, mentre sarebbe in arrivo un nuovo direttore generale ed un direttore artistico, carica vacante da quando è uscita di scena la sovrintendente che l’aveva assunta su di sé. Quanto all’ipotesi di liquidazione Bianchi avrebbe prospettato anche il rischio che, se non fosse – in caso estremo – la stessa Fondazione ad intraprendere questa strada, potrebbe essere un creditore a chiederla. Ma a preoccupare ulteriormente il commissario sarebbe anche il contenzioso: alcune decine di cause in corso che potrebbero dare un colpo significativo al sempre più magro bilancio della Fondazione.

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