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La Biennale d'Antiquariato anche nel Metaverso. Tra le opere in mostra Elisabetta II e Francesco I de' Medici

Una svolta digitale per la Biennale che ha raggiunto la 32esima edizione

La Biennale dell'Antiquariato non è mai stata così tecnologica. Nel 1959 probabilmente nessuno si sarebbe immaginato che la prima manifestazione al mondo che ha aperto l’arte antica - intesa non solo come pittura e scultura, ma anche come mobili e arredi - al mercato, 35 edizioni dopo avrebbe presentato un suo videogioco, sarebbe stata presente nel Metaverso e avrebbe offerto ai suoi visitatori la possibilità di conoscere gli Nft e ciò che il digitale può fare per l'arte. Invece tutto ciò è realtà.

Metaverso e Nft

Così, mentre le sale brulicano di dipinti, disegni, oggettistica e statue, chi non riuscirà a venire a Firenze per la Biennale, che si svolgerà dal 24 settembre al 2 ottobre, avrà la possibile di assaporare la bellezza di alcune delle sue opere nel Metaverso grazie alla collaborazione con EY, azienda leader mondiale nei servizi professionali con un ruolo centrale nella trasformazione al digitale.

"Non abbiamo neanche cercato di ricreare la bellezza di Palazzo Corsini - ha spiegato a margine della conferenza stampa Luca Grivet Foiaia, lead Technology Consulting di EY - ci siamo limitati ad una stanza dalle pareti bianche con al centro un anfiteatro dove dal 29 settembre saranno organizzati degli incontri virtuali. Appesi alla parete, che abbiamo creato nel Metaverso, ci sono le opere vicintrici delle passate edizioni della Biennale, così da offrire ai visitatori un assaggio di ciò che potrebbero vivere nella realtà". E trattandosi si tratta di realtà aumentata ecco che anche i volti dei dipinti prendono vita e muovono occhi e bocca.

Durante la Biennale sarà possibile anche avvicinarsi al mondo degli Nft ovvero i "non fungible token" e cioè un "gettone non riproducibile". Chi è in possesso di un Nft ha a tutti gli effetti una proprietà digitale unica su una rete blockchain: ogni Nft è unico proprio perché si trova in questa rete che garantisce la tracciabilità del prodotto, va immaginata come una sorta di registro, ma digitale, in cui sono annotate le specifiche dell'oggetto: immodificabili e che vanno a convalidare l'unicità del prodotto, in questo caso di opere d'arte. E proprio per avvicinare il pubblico della Biennale al mondo dell'arte in digitale chi vorrà potrà ottenere un Nft di un disegno realizzato da una artista che lavora per EY.

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Lo scopo primario degli Nft, nel campo dell'arte antica, è quello duplicare capolavori internazionali e offrire la possibilità di creare mostre con dipinti inamovibili consentendo così la fruibilità dell'arte anche a chi non ha la possibilità di vedere le opere dal vivo. È quindi possibile immaginarsi che tra qualche anno potremo avere intere mostre, o addirittura musei, con solo opere digitali in scala 1:1 che non presentano differenze con l'originale, se non per un punto: sono viste attraverso uno schermo.

Il videogioco della Biennale che omaggia Firenze e ricorda l'alluvione

Ambientato nella Firenze dei giorni dell’alluvione del 1966, "Eternal Memories" è un omaggio alla città e al suo inesauribile patrimonio artistico. Le splendide illustrazioni del centro storico di Firenze accompagnano il giocatore in una storia toccante che inizia e finisce a Palazzo Corsini, attraversa i giorni drammatici dell’alluvione e quelli pieni di speranza in cui la città fu soccorsa dagli angeli del fango.

Il videogioco, o meglio il pirmo docu-game, è corredato da filmati originali dell’epoca recuperati dagli archivi delle Teche Rai che lo impreziosiscono e lo rendono un esempio unico nel panorama mondiale dei videogiochi. David Parenzo ha presentato "Eternal Memorie" durante la conferenza e ha annunciato che il gioco sarà donato al comune di Firenze. "In pochi giorni ha già raggiunto 8 mila persone, nel giro di qualche mese saremo già al milione di utenti", spiega Parenzo che è il proprietario Golem Multimedia azienda produttrice del gioco (qui per scaricarlo: Apple: https://apps.apple.com/us/app/the-eternal-memories/id1632649810; Google Play: https://play.google.com/store/apps/details?id=com.TuoMuseo.Biaf).

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La Biennale d'Antiquariato: 80 gallerie e tra gli ospiti illustri esposti anche la Regina Elisabetta II e il secondo Granduca di Toscana

Nelle prestigiose stanze e saloni di Palazzo Corsini, dal 24 settembre al 2 ottobre saranno accolte circa 80 gallerie con un nuovo allestimento a cura dell’interior designer, scenografo e regista Matteo Corvino. Firenze, per otto giorni, ospiterà il meglio della grande arte italiana, dal Rinascimento fiorentino al Novecento italiano e internazionale. Ma anche reperti romani, etruschi, medievali accanto ad esempi del design italiano ed internazionale che hanno plasmato il gusto del più recente secolo. La Biennale non è adatta solo agli addetti ai lavori, è per tutti perché offre la possibilità di visitare 80 piccoli musei con le loro grandi opere in un solo spazio espositivo.

Sono migliaia le opere che meriterebbero una menzione, ma alcune hanno catturato la nostra attenzione più di altre, un po' per la loro bellezza e un po' per il collegamento all'attualità e alla storia di Firenze. La prima che citiamo è la "Visione notturna del Duomo di Santa Maria del Fiore" di Josef Albert Berg, 1862, della galleria Paolo Antonacci. L'opera è letteralmente andata a ruba, l'acquirente è un fiorentino "che ci ha chiesto di mantenere segreta la trattativa". La particolarità del dipinto dell'artista svedese è che rappresenta il Duomo con la facciata ancora incompiuta in una ambientazione notturna dove la cupola del Brunelleschi è illuminata dalla luna.

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Di grande attualità è invece la serigrafia a colori della Regina Elisabetta II realizzata da Andy Warhol e esposta da Antichità Giglio. L'opera numerata e firmata in basso a destra nasce da una fotografia della sovrana scattata nel 1977, in occasione del Giubileo d'argento. "Il prezzo dell'opera è di 550 mila euro - ha spiegato Pasquale Giglio - dopo la morte della regnante il prezzo è salito del 30-40%, ma la cifra così alta è dovuta soprattutto dalla speculazione che c'è sulle opere di Warhol". Interessante però il raffronto tra prima della morte di Elisabetta II e dopo: "A luglio sono state vendute delle serigrafie con la polvere di diamante (diamond dust), quindi hanno anche un valore molto diverso da quella che ho in Biennale, per 340 mila euro; due settimane fa altre, sempre con la diamond dust, sono state acquistate a 640 mila euro". Alcuni sono già interessati alla Regina in versione pop.

Lo spazio della galleria parigina, con sede anche a Londra, Jean-Luc Baroni & Marty de Cambiaire espone il ritratto ritrovato di Francesco I de' Medici. Opera attribuita a Jan Van Der Straet, detto Stradanus. L'artista, nato a Bruges nel 1523, morirà a Firenze nel 1605. Secondo quanto scritto sul retro del dipinto, un olio su lavagna, il ritratto si trovava a Villa Medici, a Fiesole. La villa, e tutto ciò che conteneva, fu venduta dal suo proprietario, William Blundell Spence che la acquistò nel 1862, al colonnello Harry McCalmont nel 1896 che voleva regalarla alla madre. La villa è passata di proprietario in proprietario e oggi in vendita c'è il dipinto raffigurante il secondo Granduca di Toscana, Francesco I de' Medici, figlio di Cosimo I e Eleonora di Toledo, in uno sgargiante abito rosso e con lo sguardo serio. Il Granduca morì con la moglie, Bianca Cappello, in circostanze misteriose dopo aver trascorso una giornata a caccia con il fratello Ferdinando, futuro terzo Granduca. La possibile causa della morte potrebbe essere l'avvelenamento, la coppia infatti iniziò a sentirsi male e dopo giorni di agonia entrambi morirono. Il principale sospettato è da sempre Ferdinando, quinto figlio di Cosimo I, che era in realtà destinato alla vita ecclesiastica.

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Le opere premiate di questa edizione 

  • Premio per il più bel dipinto all’opera di Niccolò Tornioli (Siena, post 1598 – Roma 1651) Il Banchetto di Assalonne (Olio su tela, 147.5 x 216.2 cm) esposto da Robilant+Voena.
  • Premio per il più bello oggetto di arti decorative per la Coppia di trofei di caccia Attribuito a FILIPPO PARODI (Genova 1630 – 1702) In legno scolpito e dorato sormontati da un'aquila; all'interno micro intagli in bosso (h. 96 x 91 cm) esposto da Brun Fine Art,
  • Premio per la più bella scultura al San Sebastiano di Pietro Lombardo (Carona, lago di Lugano, 1435 ca. – Venezia 1515) Pietra dipinta, cm 178x58x40, esposto da Botticelli Antichità.
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