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Economia

Ucraina, scatta l'allarme anche nell'edilizia: "Aumento dei costi energetici e dei materiali, urge intervenire"

Fillea CGIL, Filca Cisl e Feneal UIL Toscana: "Si rischia di rendere vana la ripresa economica. E occorre tutelare il lavoro”

Fillea CGIL, Filca Cisl e Feneal UIL della Toscana esprimono forte preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare nel Paese e, in particolare, nel settore dell’edilizia e dei materiali da costruzione come legno, cemento e laterizi.

"Solo pochi giorni fa uscivano i dati Istat sul settore che evidenziavano una ripresa sostenuta, in cui i superbonus per l’edilizia hanno fatto volare il settore delle costruzioni a +14,3% sui dati pre-pandemici; oggi, con la crisi energetica e con una guerra sbagliata e drammatica per i costi umani e sociali che produce, si è determinata un’impennata repentina del costo delle materie prime e dei costi energetici, e le difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali rischiano in brevissimo tempo di assorbire tutti gli importanti interventi fatti sul settore e di riportare il paese in una crisi profonda" si legge in una nota sindacale.

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“Siamo estremamente preoccupati – affermano poi Giulia Bartoli, Simona Riccio e Roberto Colangelo, segretari regionali Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil della Toscana -, stiamo vivendo un paradosso, da una parte ci sono lavori e commesse importanti, con una rincorsa a sfruttare tempi e risorse, dall’altra in pochissimi giorni si rischia il default e non più perchè mancano le gru da affittare o il personale, ma perchè l’aumento dei costi energetici si scarica inevitabilmente sui prezzi dei materiali non previsti nei contratti o nei bandi di gara. Questo si scaricherà sulle imprese e quindi sui lavoratori rendendo nullo ogni intervento per far ripartire il settore dell’edilizia, motore di sviluppo per tutto il paese”.

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Da una parte infatti si bloccheranno i lavori già appaltati o contrattualizzati per mancanza di materiali e impossibilità di stare dentro i prezzi, dall’altra, per i nuovi lavori,  difficilmente le aziende si presenteranno alle gare o, nei lavori privati, rischiano di andare totalmente fuori mercato. “Non vorremmo che – proseguono i sindacati di settore -, dopo tutte le importanti conquiste di questi mesi per regolarizzare il settore (durc per congruità, lotta al dumping contrattuale e alle irregolarità), si torni a stare sul mercato risparmiando su sicurezza e lavoro. Perderemmo tutti”.

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Per Bartoli, Riccio e Colangelo “serve un sistema di revisione dei prezzi negli appalti pubblici che permetta di rivedere i contratti in essere, e intervenga sui prezzari per attualizzare i nuovi bandi, ma nello stesso tempo serve un sistema di calmierizzazione oltre che di difesa dei salari, perchè tale impennata rischia di essere irreversibile e di condannare le famiglie e i lavoratori, che non riusciranno a tutelare il proprio potere d’acquisto da una nuova povertà, e le imprese con una nuova crisi più grave e pesante perchè sulle ceneri di una crisi decennale e di una pandemia. Chiediamo un intervento urgente del Governo e valuteremo di intraprendere le dovute iniziative di sensibilizzazione”.

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