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Economia

Guerra in Ucraina: Chianti, a rischio l'export verso la Russia

Le aziende del Chianti temono "l'inasprimento del regime fiscale"

La Russia è, come è noto, uno dei bacini emergenti dell'export del vino Chianti. E il Consorzio che si appresta all'anteprima 'Chianti Lovers' del 20 marzo e alla Mostra di Montespertoli in programma il 28 maggio, avverte già "un clima di incertezza che si ripercuote sulle attività e la produzione".

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La guerra in Ucraina - si spiega nell'edizione odierna de La Nazione - fa infatti tremare anche la filiera vitivinicola toscana, visto che l'export del vino italiano sulla Russia vale qualcosa come 85 milioni di dollari e 20 milioni di litri, molti dei quali Chianti e altre denominazioni toscane. Montespertoli, ad esempio, vende nel mondo quasi 150mila ettolitri di Docg Chianti, su una produzione totale della denominazione che oscilla fra 700 e 800mila. Quasi un terzo dalle colline dell'Empolese Valdelsa e del Montalbano.

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A esprimere tutta la preoccupazione del comparto, il direttore del Consorzio Vino Chianti, riporta sempre La Nazione. "Siamo prima di tutto molto preoccupati per i civili ucraini - ha detto Marco Alessandro Bani-. Poi non nego i timori per le conseguenze economiche del conflitto: temiamo il possibile ulteriore aumento del costo dell'energia e le reazioni della Russia alle sanzioni che può mettere in campo l'Unione Europea. Putin potrebbe rispondere anche con un inasprimento del regime fiscale a carico dei vini".

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