Tni Ristoratori: “Danni enormi col lockdown, chiediamo un giusto risarcimento”

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La battaglia di Tni Ristoratori contro le restrizioni imposte dall’allora Governo Conte durante il lockdown arriva in Corte di Appello. Martedì è infatti prevista la prima udienza, dopo il ricorso presentato dai legali dell’associazione. 

A giugno 2023 il Tribunale di Roma non aveva accolto le domande avanzate, ritenendo adeguati gli indennizzi ricevuti e che lo Stato non poteva fare di più data la scarsità di risorse finanziarie.

Ma i ristoratori che hanno mosso l’azione collettiva, circa un centinaio, sono andati avanti, insieme ai legali del foro di Firenze Gaetano Viciconte e Fabio Cappelletti: “Il sacrificio richiesto ai ristoratori durante le chiusure del lockdown non è stato equamente indennizzato”, spiegano. La richiesta è quella di un risarcimento che tenga conto “della riduzione del fatturato, dei costi variabili e fissi, del danno da perdita di clientela e da perdita del valore aziendale nel suo complesso”.

“Non ci arrendiamo - aggiunge la ristoratrice toscana Moira Nesti - perché crediamo fermamente nella legittimità delle nostre richieste. Siamo stati obbligati a tenere chiusi i nostri locali affrontando spese senza percepire entrate. Anche se non abbiamo condiviso la logica delle chiusure forzate, proprio perché prive di una logica, ci siamo attenuti a quanto imposto, nel rispetto della salute pubblica. Abbiamo subito danni enormi, tanti di noi non ce l'hanno fatta, tanti si sono tolti la vita perché privati della dignità, del diritto fondamentale al lavoro, perché in poco tempo i sacrifici di una vita intera sono andati in fumo. Chiediamo semplicemente di essere risarciti in maniera equa per il danno subito, come previsto dalla nostra Costituzione”.