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Martedì, 30 Aprile 2024
Il blitz domenicale / Centro Storico / Via dè Tornabuoni

Lavoratori in appalto Montblanc "occupano" l'installazione natalizia della via della moda \ FOTO

Striscioni e tende all’interno dell’enorme pacco regalo: “No justice, no shopping”

Fuori programma nel penultimo weekend di shopping natalizio: i lavoratori, tra pochi giorni ex, in appalto della Montblanc hanno simbolicamente occupato l’enorme pacco regalo di via Tornabuoni di fronte alle vetrine del negozio del brand svizzero con due tende e alcuni striscioni. “No justice, no shopping”, che ricalca il “Niente diritti, niente consegna”, slogan della lunga battaglia di facchini e autisti di Mondo Convenienza e ancora “Noi senza lavoro, voi senza vergogna”, “I lavoratori non sono usa e getta” .

Una cinquantina di persone in tutto, più o meno come i posti che andranno persi dal primo gennaio. Insieme a loro anche alcuni lavoratori ex Gkn e studenti del liceo Machiavelli-Capponi e il sindacato Si Cobas che nei giorni scorsi ha chiesto alla Regione di aprire un tavolo di crisi. “Il regalo di Montblanc ai lavoratori in appalto che per anni hanno fabbricato le sue borse, in vendita a più di 1.500 EURO l’una, è lasciarli in mezzo alla strada delocalizzando il lavoro”, attaccano gli operai.

A febbraio l’accordo. Poi la doccia gelata

A febbraio i lavoratori dello stabilimento Z Production di via Gattinella, a due passi dal magazzino di Mondo Convenienza, hanno deciso di scioperare e di “sindacalizzarsi” riuscendo a conquistare il diritto alle 40 ore settimanali (otto per cinque giorni) dopo anni di sfruttamento. Lieto fine? No, perché dopo poco più di un mese Montblanc, gruppo Richemont, annuncia la volontà di recedere dal contratto, ufficialmente perché i volumi di lavoro sono drasticamente diminuiti. Da lì via alla cassa integrazione. “La scelta della holding finanziaria di chiudere l’appalto è evidentemente legata all’aumento del costo del lavoro dovuto al rispetto di leggi e contratto nazionale”. 

"Una scelta vergognosa", denunciano i Si Cobas visto che Richemont ha chiuso il 2022 con oltre due miliardi di utili e un fatturato di oltre 19. E con il cambio di fornitori, la cessazione dell’attuale appalto è per il 31 dicembre ma il personale è già da tempo a casa, non è prevista alcuna garanzia per i dipendenti di Z Production ed Eurotaglio, l’altra ditta coinvolta che opera in subappalto per conto della prima. 

“Sul nuovo appalto mancanza totale di trasparenza”

“C’è una totale mancanza di trasparenza della Richemont che non comunica chi se lo è aggiudicato, boicottando così ogni possibilità di ricollocamento dei lavoratori. Quello che si sa, ed è stato confermato dalla Richemont durante le trattative, è che rimarrà in provincia di Firenze essendo la politica del brand mantenere sul territorio tutta la produzione - dice Luca Toscano dei Si Cobas - Questo renderebbe ancora più di buon senso procedere alla ricollocazione dei lavoratori, ma manca proprio la volontà del brand”. E non è da escludere che alla fine, con un meccanismo visto già visto in più occasioni, ad aggiudicarsi la fornitura siano le ditte attuali, chiudendo per poi riaprire sotto altro nome. 

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