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Economia Sesto Fiorentino

La Piana scende in piazza: "No al lavoro povero e alla deindustrializzazione” / FOTO

Manifestazione della Cgil a sostegno delle tante vertenze aperte: Cartonificio Fiorentino, Gkn, Mondo Convenienza. Sfilano anche i sindaci di Sesto, Campi Bisenzio e Calenzano

Quasi mille lavoratori in piazza oggi a Sesto Fiorentino alla manifestazione promossa dalla Cgil per tenere accesi i riflettori sulle tante vertenze della Piana, dalla Gkn a Mondo Convenienza, fino alla più recente, quella del Cartonificio Fiorentino, da dove è partito il corteo, con i dipendenti che hanno scioperato per l’intera giornata. Al loro fianco altre realtà del territorio, da Leonardo a Manetti&Roberts fino a Laika e Hitachi e rappresentanti istituzionali, dalla Regione ai Comuni. 

Un territorio, è stato ricordato più volte, che produce quasi un terzo del Pil della Toscana e dove si trova circa il 24% delle imprese presenti in regione, incluse tante eccellenze. Ma il vento sta cambiando, le iscrizioni alla disoccupazione nel 2022 sono state 4.515, in aumento del 15% sul 2021.

A lanciare l’allarme è stato il segretario della Cgil Firenze Bernardo Marasco che ha parlato di “rischio di deindustrializzazione”: “Senza industria non c’è qualità del lavoro e non c’è qualità sociale, non possiamo rassegnarci a un lavoro povero, non può essere quello il futuro che ci aspetta”.

Le vertenze

Sono 85 i posti a rischio al Cartonificio Fiorentino, oltre un centinaio prendendo in considerazione l’indotto. La scorsa settimana la proprietà, la Pro.Gest, ha confermato la volontà di trasferire tutto ad Altopascio, senza parlare di licenziamenti che però sono nei fatti.

“Dovremmo fare 100 chilometri al giorno, a cui si aggiungono le spese per benzina e autostrada, magari uscendo dallo stabilimento alle sei di mattina dopo aver fatto il turno notturno”, ha detto Sergio Scubla.

L’incontro in Regione ha fatto ripartire il dialogo, ci sono degli accordi siglati a giugno 2022, ma il ‘lieto fine’ appare lontano: “Gli accordi sottoscritti si rispettano - ha sottolineato Valerio Fabiani, consigliere per il lavoro e le crisi industriali - La difesa dei nostri presidi passa tanto dalla lotta quanto dal confronto e lì è colpevolmente venuto meno. Adesso abbiamo pattuito che si deve riaprire, vedremo come andranno gli incontri, ma non c’è un’altra chiave”.

Sul palco anche Dario Salvetti in rappresentanza del Collettivo di fabbrica ex Gkn, alle prese con i 185 licenziamenti che scatteranno il primo gennaio, con un tavolo di crisi che il governo non vuole convocare e le ombre, sempre meno tali, di una possibile speculazione finanziaria e immobiliare: “Il primo gennaio si completa questa truffa ai danni del territorio che dovrebbe indignarsi più del singolo lavoratore”, lanciando poi un appello alle istituzioni locali: “I consigli comunali si riconvochino in forma aperta con Gkn, Mondo Convenienza, Cartonificio, sindacati e cittadinanza per fare rete Non deve insorgere una singola fabbrica, ma l’intera Piana, perché l’attacco a una fabbrica, ai suoi diritti, a una comunità operaia, oltre a bruciare posti di lavoro, indebolisce la capacità di un territorio di prendersi cura di sé, di difendersi da sfruttamento, inquinamento, di pianificare il proprio futuro”. 

Tante le testimonianze, dai lavoratori precari di Electro System di Campi assunti in ‘staff leasing’, agli appalti di Mondo Convenienza, sia call center che magazzino, dove gli operai in subappalto hanno superato i 150 giorni di sciopero per chiedere il passaggio al contratto della logistica. Lunedì 13, l’annuncio di Marasco, il prossimo appuntamento al tavolo nazionale. 

Tra i partecipanti i sindaci Andrea Tagliaferri (Campi), Riccardo Prestini (Calenzano) e Lorenzo Falchi, che hanno evidenziato con toni diversi le responsabilità del governo, accusandolo di scaricare tutto sui territori, mentre Valerio Fabiani ha ribadito la necessità di un nuovo ruolo del pubblico, “che vada oltre le proprie competenze”, per uscire dalla crisi. A cominciare da chi ne ha di più e che però continua a latitare.

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