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Cronaca

"È salita sul taxi con un bambino di tre giorni, io l'ho portata al sicuro": il racconto di Silvia, tassista fiorentina

STORIE DI VOLONTÀ - Silvia da sei anni guida il taxi a Firenze e fa parte dell'associazione "Tutti taxi per amore", quest'anno in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne ha preso parte ad un progetto nel quale ha raccontato la storia di una sopravvissuta

Una donna che lascia, insieme ai figli, la sua casa senza neanche un cappotto, troppa era la voglia di liberarsi del mostro con cui viveva. Una donna che fugge dall'auto nell'unico momento in cui l'uomo, che diceva di amarla, si era distratto e aveva lasciato gli sportelli aperti, allora lei si mette a correre velocissima e con le braccia, segnate dalle bruciature delle sigarette, fende l'aria che per la prima volta sa di libertà. Una donna, con un taglio che le attraversa il volto, non ha più abiti, lui le ha bruciato tutto, anche le scarpe, così non sarebbe mai potuta scappare. Lei però è riuscita a fuggire. Lui è in carcere e lei, a piccoli passi, sta tornando ad assaporare la vita. 

A legare insieme tutte queste donne la storia di Marianna Manduca, la 32enne che nel 2007 è stata uccisa, con sei coltellate, dal suo ex marito dopo numerose violenze e ben dodici denunce a Palagonia, Catania. Il suo diario-testamento, reso noto solo due anni fa, è stato letto da alcune delle dodici tassiste che hanno aderito all'iniziativa "Diamo Voce" organizzata in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Queste, e altre storie, potranno essere ascoltate sui taxi di Firenze che hanno deciso di prendere parte al progetto di sensibilizzazione organizzato da "Tutti taxi per amore-OdV": associazione nata a Roma, ma alla quale aderiscono tassisti e tassiste di tutta Italia, che da anni organizza eventi solidali in collaborazione con altre realtà di volontariato.

In occasione del 25 novembre, i clienti che saliranno a bordo di un taxi dell'associazione potranno ascoltare le storie tratte dalle testimonianze raccolte da due associazioni romane, Salvamamme e Insieme a Marianna, che operano nel campo dell'aiuto e sostegno alle vittime di violenze. Le voci - che potete ascoltare anche su Spotify - sono quelle di dodici tassiste e operatrici radiotaxi di dodici città italiane. Una di queste storie è stata letta da Silvia che da sei anni conduce il suo taxi a Firenze con RadioTaxi Firenze4242 e che una sera ha portato in una casa famiglia una giovane mamma con in braccio il suo piccolo di soli tre giorni.

"La consapevolezza della roncola"

"Sono 17 minuti, ma sembrano molti di più, sono storie che commuovono e fanno arrabbiare. Chiunque voglia ascoltarlo può trovarlo anche su Spotify. È stata un'idea del presidente dell'associazione, Marco Salciccia, e noi siamo state felici di partecipare perché dobbiamo dare voce a queste storie, non si può più vivere così: anestetizzati di fronte alla violenza e alla sofferenza", così Silvia, il cui nome da tassista è Venezia 21, parla di Diamo Voce.

"Ogni anno organizziamo sempre qualcosa, l'anno scorso in collaborazione con il centro antiviolenza Artemisia abbiamo distribuito i loro adesivi e parlato dell'associazione ai nostri clienti - spiega a FirenzeToday con orgoglio Silvia -. Per questo 25 novembre abbiamo sentito l'esigenza di raccontare. Alcune storie hanno un lieto fine, altre no. Ovviamente sarà chiesto ai passeggeri se vorranno o meno ascoltare un po' di quei 17 minuti così strazianti".

Silvia legge la storia di una sopravvissuta che si è affidata all'associazione Salvamamma "che prepara le valige di salvataggio: dei borsoni con dentro tutto. Dai calzini al reggiseno. Tutto quello che può servire a chi fugge dalla propria casa senza avere il tempo di mettere insieme le sue cose". La storia si intitola "La consapevolezza della roncola" perché la donna è stata minacciata dal suo compagno proprio con quell'attrezzo che ha una lunga lama metallica a forma di uncino. La roncola è stata la sua epifania.

Per ascoltare Diamo Voce su Spotify cliccare QUI.

La casa famiglia, la casa sicura

Silvia racconta che nei suoi sei anni di servizio in città le è capitato due volte di prestare soccorso a donne in difficoltà, una di loro non se la potrà mai dimenticare: "Dall'ospedale Torregalli l'ho portata in una casa famiglia, aveva un bambino di tre giorni. Mi parlò della sua storia e io ho ancora la sua voce impressa nella mente. L'uomo che l'aveva messa incinta era in prigione, ma lei in quel momento era felice perché era stata fortunata: aveva trovato un posto sicuro dove stare con il suo piccolo".

"Noi non possiamo fare altro che ascoltare e essere, almeno un pochino, sollevati dal sapere che le abbiamo accompagnate lontane dalla violenza. È raro che nel tempo di un tragitto in taxi ti parlino di cosa hanno vissuto, ma quando succede noi quel racconto lo custodiamo". "Sembra che la violenza sia diventata un'abitudine - qui la rabbia nella voce di Silvia si combina con la frustrazione -. Non c'è solo la violenza fisica, ma anche quella verbale che se non viene raccontata può rimanere celata per anni o anche per sempre".

La speranza di Silvia, ma non solo, è che si crei una rete che vada a coinvolgere tutti i cittadini affinché la violenza possa essere combattuta sistematicamente, proprio come accade tra i colleghi tassisti: "I taxi sono dotati di un sistema che possiamo azionare se ci sentiamo in pericolo così da informare la centrale e poi quando ci incrociamo tra di noi ci guardiamo sempre, così se capiamo che il collega è in difficoltà possiamo entrare in azione. Io però in auto porto sempre con me lo spray al peperoncino che per fortuna non ho mai dovuto utilizzare".

"Da quando sono entrata nel mondo del taxi ho aderito all'associazione, riusciamo ogni tanto a portare un po' di gioia. Abbiamo fatto la raccolta per i senzatetto e quando morì Luana D'Orazio abbiamo fatto una raccolta fondi per il suo bambino". Inoltre Silvia, insieme a Priscilla l'altra organizzatrice per Firenze delle iniziative dell'associazione, pianifica ogni anno una gita per dei bambini o ragazzi con disabilità: "Quest'anno abbiamo dovuto rimandare l'appuntamento alla primavera 2023, ma ad esempio lo scorso anno li abbiamo accompagnati al museo dell'Opera del Duomo, l'evento era patrocinato anche dal Comune".

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