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Cronaca

Sgombero in via Baracca, oltre 60 persone dormono in tenda bloccando la strada: “Non sappiamo dove andare” / FOTO

Palazzo Vecchio: “Rifiutano le proposte di accoglienza”. Medici per i diritti umani: “Tanti tagliati fuori solo perché erano al lavoro al momento dello sgombero”

Questa mattina i volontari di Medu, Medici per i diritti umani, raccontavano di essere stati ore a tentare di parlare con Palazzo Vecchio per risolvere la bomba sociale esplosa ieri con lo sgombero dell'occupazione dello stabile di via Baracca, all'angolo con via San Donato, di proprietà di Unipol-Sai.

All'interno vivevano da tempo circa 80 persone, cittadini somali, già sgomberati nel 2013 dall'ex Meyer di via Luca Giordano e nel 2017 dalla nuova occupazione di via Spaventa. Nel tempo poi era aggiunto qualcuno scampato all'incendio dell'ex Aiazzone di Sesto Fiorentino. 67 di loro questa notte hanno dormito in tenda sul ponte sopra il Mugnone che collega piazza Puccini alla stessa via Baracca e questa mattina, dopo oltre 24 ore, erano ancora lì, bloccando la strada e con anche ovvie ripercussioni sulla viabilità della zona.

"I servizi sociali sono intervenuti trattando le situazioni per garantire l’accoglienza ai soggetti più fragili. Abbiamo offerto accoglienza temporanea a chi ha bisogno, ma non accettiamo richieste che vanno oltre ogni logica. Non è pensabile che il Comune dia accoglienza temporanea a chi non c'era al momento dello sgombero. Siamo al fianco dei più fragili ma no alle strumentalizzazioni”, dichiarava ieri l'assessora al welfare Sara Funaro.

La versione di Medu e degli ormai ex occupanti è molto diversa. “36 persone erano a lavoro e così, per legge, sono tagliate fuori da ogni possibile accoglienza, seppur temporanea, solo perché non erano presenti in quel momento, anche se ne avrebbero diritto. Un esempio di cattiva gestione che sposta semplicemente i problemi. Le persone non spariscono ma vengono così private di tutto”, replica Serena Leoni, coordinatrice territoriale dell'associazione. “Ieri ci è stato negato - aggiunge -, l’accesso alle persone che assistiamo da oltre 10 anni, aumentando difficoltà e incomprensioni”.

Palazzo Vecchio risponde che nell’immobile c’erano circa 50 persone “riconosciute e censite”, di aver accolto le persone fragili (dieci) e alcuni uomini in Albergo Popolare, mentre 4 donne hanno dormito stanotte in un ostello grazie alla rete dell'Arci. In 35 hanno rifiutato, per solidarietà agli esclusi, l'Albergo popolare e la proposta di un contributo per le prime necessità alimentari di 15 buoni spesa da 10 euro. E così stanotte hanno dormito tutti in mezzo alla strada.

“Perché tutti abitavamo nello stabile e ora non sappiamo dove andare”, dicono ad esempio Mohamed, 27 anni, e Mokta, 30, entrambi lavoratori nel settore agricolo tra Bagno a Ripoli e il Chianti ma anche in Lucchesia e ieri mattina già nei campi al momento dell'arrivo delle forze dell'ordine. “Una casa in affitto - proseguono -, l'abbiamo anche cercata, ma nessuno ce la dà”.

“Ecco la 'buona politica' della sinistra: immigrazione incontrollata, degrado e abusivismo. Serve un blocco navale immediato che impedisca ulteriori arrivi. Il blocco di via Baracca dopo lo sgombero del palazzo occupato da 'clandestini' continua, vergogna”, attaccano i capigruppo in consiglio comunale della Lega Federico Bussolin e di Fratelli d'Italia Alessandro Draghi. Non si tratterebbe però di 'clandestini', ma di persone, come specifica Medu, che hanno diritto a stare qui: “Hanno tutti lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria, oltre a qualche richiedente asilo”.

“Inutile piangere chi muore in mare se poi si lasciano allo sbando decine di esistenze. Lo Stato ordina di togliere un tetto a intere famiglie e il Comune resta in silenzio, scarica ogni responsabilità e si limita a offrire soluzioni parziali a meno persone che può, senza alcun orizzonte di medio periodo”, attaccano, dal fronte opposto, Antonella Bundu e Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune. Quasi 70 persone, all'ora di pranzo di oggi, erano ancora in strada senza sapere dove andare.

AGGIORNAMENTO ORE 18:03 - Trovata una soluzione accettata da tutti. Il presidio sul ponte con le tende si è sciolto e la strada è stata riaperta.

FOTO - Immobile sgomberato, decine di rifugiati dormono in tenda bloccando la strada

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