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Cronaca

Università: pochi posti letto e ora la stangata sulla mensa

L’Udu: “Firenze non è una città a misura di studenti”

Prima il rincaro delle tasse, +10%, nel mezzo la cronica carenza di posti letto negli studentati e infine il ritocco alle tariffe del servizio mensa. Sempre più dura la vita degli universitari a Firenze, non soltanto quelli fuori sede. “Non si può pensare di risolvere ogni problematica facendola ricadere sulla comunità studentesca - dice Elena Porciatti, rappresentante di Udu (Unione degli Universitari) nel Cda del Dsu -  Ovviamente ho votato contro l’aumento, giustificato con l’impennata dei prezzi delle materie prime con cui facciamo i conti nella vita di tutti i giorni, dalla benzina in giù. Ma non si può pensare, quando mancano i soldi, di chiederli sempre agli studenti. Come è già avvenuto con le tasse universitarie. Quello che non mi è piaciuto - sottolinea - è che si parli di lievi incrementi, correzioni. Un euro in più a pasto (da 3,50 a 4,50) per la fascia che va dai 30mila ai 45mila euro di Isee è quasi il 30%; non saranno famiglie che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, ma tra le spese universitarie non c’è solo la mensa. E questo senza che la qualità del servizio, parlo solo per Firenze, sia migliorata. Anzi. Così si disincentivano gli studenti ad andare alla mensa, se devo pagare anche 8,50 euro per un pasto, magari vado a prendere un panino da un’altra parte. E allora sì che di soldi ce ne saranno ancora meno”. 

La nota Dsu Toscana
“La scelta di innalzare a partire dal 1° settembre 2023 le tariffe delle mense per alcune fasce Isee di utenza che non rientra nella gratuità della consumazione, avviene in conseguenza alle indicazioni di revisione finanziaria pervenute dalla Regione Toscana per rendere economicamente sostenibile l'erogazione del servizio in questo scenario caratterizzato da un considerevole incremento dei costi di produzione”. Gli incrementi riguardano “solo” le fasce Isee da 30mila euro in su, con l’introduzione di una nuova tariffa di 8,50 per la fascia oltre i 100 mila euro. “Regione e Dsu Toscana stante la non più rinviabile necessità di compiere un adeguamento delle tariffe hanno dunque cercato di porre attenzione ad agevolare le categorie più deboli che non vengono di fatto coinvolte negli aumenti”.

Le nuove tariffe 
Per chi possiede un Isee che va dai 30 ai 45 mila euro il pasto completo passa da 3,50 a 4,50 euro (+28,5%), mentre tra 45mila e 60mila l’incremento è di 1,70 euro, da 3,80 a 5,50 (+44,7%). Poi si sale ulteriormente: da 4 a 6,50 euro (+62,5%) per chi ha un Isee tra 60 e 75mila euro, da 4,50 a 7,50 (+66,6%) per la fascia superiore fino a 100mila euro e infine l’ultimo “scalino” con 8,50 euro a pasto e un aumento dell’88,8%.

I posti letto
Ma la mensa non è certo l’unico problema. Il tema “principe” resta quello della carenza degli alloggi e i prezzi sempre più proibitivi sul libero mercato. L’ultimo studio effettuato da Immobiliare.it Insight, pubblicato tre giorni fa, parla in realtà di una leggera frenata, -4,2% a Firenze su base annua, dovuta all’aumento dell’offerta. In realtà gli affitti restano alti: 435 euro la singola e 255 per un posto in doppia, in entrambi i casi quarta città più cara d’Italia (dietro Milano, Roma e Bologna per le singole, a Milano, Roma e Napoli per le altre). 

“Su questo tema stiamo portando avanti una campagna dallo scorso autunno. Nelle residenze universitarie non ci sono abbastanza disponibilità, anche per via delle ristrutturazioni in corso - riprende Elena Porciatti - e non si vedono soluzioni né a breve né a lungo termine. Il Dsu ha ragione a dire che non può risolvere da solo il problema dell’emergenza abitativa, sicuramente non può essere una soluzione affittare dei posti letto negli studentati di lusso”.  A Firenze e provincia il Dsu gestisce 14 strutture (12 nel capoluogo, una a Sesto Fiorentino e Calenzano) con, in teoria, 1785 posti letto a disposizione.  “Ci vantiamo di essere una città universitaria, ma non è un luogo minimamente a misura di studente, semmai di turista. Non riusciamo a vedere progetti che aiutino veramente la popolazione e la rendano una città vissuta, anziché una vetrina. Anche lo sgombero dello studentato autogestito in via Ponte di Mezzo va nella stessa direzione: era un posto che dava la possibilità di avere un tetto sulla testa a chi non si poteva permettere di stare altrove, così come un’aula studio aperta h24. È un altro attacco alla comunità studentesca e, più in generale, a chi propone idee e un modello di socialità diverse”.

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