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Cronaca

Terrorismo, lettera shock del brigatista fiorentino Roberto Morandi

Sul web è comparsa una lettera scritta dal carcere dal brigatista Morandi con cui il militante delle Br rende onore al compagno a Mario Galesi dirigente rivoluzionario militante

Il web per convogliare messaggi e chiedere mobilitazioni. Sembra questo lo scopo della lettera diffusa in Rete, a firma Roberto Morandi, 52enne fiorentino arrestato nel 2003 e condannato all'ergastolo per gli omicidi di Marco Biagi e Massimo D'Antona, partita dal carcere dove il brigatista è detenuto.
Nella lettera Morandi, che lavorava come radiologo nell’ospedale di Careggi, vuole "rendere onore al compagno Mario Galesi dirigente rivoluzionario militante delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente, caduto nove anni fa combattendo per il comunismo".

GALESI  - Il brigatista Galesi venne ucciso il 2 marzo 2003, su un treno nei pressi di Arezzo, nella sparatoria in cui morì anche il sovrintendente della Polfer Emanuele Petri e venne arrestata Nadia Desdemona Lioce, pure lei condannata per gli omicidi D'Antona e Biagi. La lettera, firmata "il militante delle BR-PCC Roberto Morandi", è pubblicata sul sito di 'Soccorso rosso internazionale'.

"Cari compagni e compagne - scrive il brigatista - Ho ricevuto da qualche giorno la vostra lettera e i vostri saluti. Saluti rivoluzionari che ora sono io a porgere alla Conferenza. Riguardo alle iniziative del SRI (Soccorso rosso internazionale, ndr) la mia valutazione politica non può che essere positiva. Nel senso che la solidarietà di classe, rivoluzionaria ed internazionale passa anche attraverso la solidarietà verso i prigionieri rivoluzionari". E ancora: "Con questo voglio esprimere la mia solidarietà verso i compagni colpiti dall'azione controrivoluzionaria della B.I. (Borghesia Imperialista) mentre lottando esprimono la loro solidarietà di classe ai prigionieri rivoluzionari. Così come esprimo la mia solidarietà a tutti i militanti rivoluzionari prigionieri".

Per Morandi questo è il "momento di una fase storica in cui un nodo dell'alternativa tra barbarie imperialista da un lato e presa del potere politico da parte proletaria dall'altra si pone in termini sempre più pressanti, oggettivi e drammatici di fronte alla classe". La lettera si conclude così: "Proletari di tutti i paesi uniamoci!".

 

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