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Cronaca Centro Storico / Via Palazzuolo

Via Palazzuolo: crack o eroina, la ‘stanza del buco’ è sempre aperta

I residenti: “Nonostante le promesse, la porta con il codice non è ancora attiva”

Una porta apribile con card o codice: una delle cose, in teoria, più semplici del mondo. In teoria. Da mesi infatti lo stanno chiedendo invano i residenti di via Palazzuolo alla proprietà del ‘Leave the luggage’, il deposito bagagli nel tratto tra via Maso Finiguerra e via Orti Oricellari, diventato rifugio per spacciare e consumare droga lontano (ma non troppo) da occhi indiscreti.

Sabato l’ultimo episodio: alcuni giovani seduti all’interno a fumare hanno chiesto alla signora che si occupa delle pulizie di non entrare nel locale, perché i loro cani avrebbero potuto innervosirsi. “Ha dovuto attendere fuori qualche minuto, fortunatamente poi si sono allontanati senza problemi. Ma la lista della ‘stanza del buco’ è lunga - denunciano esasperati dal Comitato Palomar Palazzuolo -. Di solito fumano crack, ma c’è anche chi si fa di eroina, abbiamo trovato tracce di sangue. Qualche settimana fa una ragazza è rimasta a dormire la notte e la mattina non riusciva a uscire, mentre fuori c’era chi doveva ritirare il bagaglio; l’altro giorno uno spacciatore ha messo il monopattino a contrasto per bloccare la porta e fare meglio i propri affari. La prima volta che abbiamo chiesto alla proprietà di mettere una porta con card e codice, come accade con tutti i deposito bagagli automatici, ci è stato detto che non aveva i soldi. Ma è normale?”

Una situazione segnalata anche da alcuni clienti del Leave the luggage nelle recensioni online: “Alcuni dei miei ospiti hanno avuto una brutta esperienza mentre lasciavano o ritiravano i bagagli perché il posto era occupato da alcuni tossicodipendenti e spacciatori ed era durante il giorno ... non riesco a immaginare cosa succede di notte”; “Quando siamo arrivati per lasciare le valigie abbiamo trovato tre tossici che stavano fumando crack all'interno del locale. Ci vorrebbe almeno una porta esterna”.

Parole e promesse (per ora mancate)

Un mese fa la protesta con flash mob, e la rassicurazione della titolare che entro due settimane si sarebbe risolto tutto. “Al di là dell’eco mediatica del giorno dopo, non è cambiato niente. È una questione talmente ‘piccola’ che non capiamo come sia possibile non risolverla. Anche dall’amministrazione, nonostante gli incontri, non abbiamo avuto risposte concrete. La sensazione, visto che il problema non è solo il deposito bagagli, è che questa zona sia considerata una partita persa”. 

In realtà la svolta dovrebbe avvenire a breve: nella proroga triennale del Regolamento Unesco da parte del Comune (che dovrà avere il via libera dal Consiglio entro il 3 maggio) è stato infatti introdotto l’obbligo di sistemi di accesso regolamentato attraverso documento o badge per i magazzini di custodia e deposito per conto terzi, con l’assessore Bettarini che ha citato esplicitamente il caso di via Palazzuolo. 

Intanto però il tempo passa. E dalla “promessa” della proprietaria, indipendente dalle azioni messe in campo da Palazzo Vecchio, sono trascorse altre due settimane: “Scaduto ‘l’ultimatum’ l’abbiamo subito contattata e ci ha detto che deve essere aggiornato il sito e poi sarà tutto pronto. Sembra incredibile che per un’operazione così semplice ci voglia tanto tempo”.

Raggiunta telefonicamente la titolare dell’attività, all’oscuro di quanto accaduto sabato, conferma: “Ancora? Non ne sapevo niente. Dobbiamo cambiare dicitura sul sito, la macchinetta per i codici è già stata installata, l’azienda che se ne deve occupare mi ha assicurato che nel giro di una settimana dovrebbe essere a posto”. Forse.

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