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Cronaca Centro Storico / Via Palazzuolo

"Qui pippano anche i bagagli", protesta shock di un quartiere esasperato dallo spaccio / FOTO

La protesta dei residenti dopo innumerevoli denunce

'Qui pippano anche i bagagli', oppure, 'via Palazzuolo ha fatto crack', in riferimento alla terribile droga diffusa in varie parti della città.

Sono alcuni dei cartelli posti dai residenti di via Palazzuolo venerdì sera nelle pareti che circondano l'attività di deposito bagagli ('Leave the luggage') nell'omonima via, nel tratto tra via Maso Finiguerra e via Il Prato. Una piccola attività, pochi metri quadri conuna quindicina di 'box' per lasciare temporaneamente i propri beni, diventata "ricettacolo di ogni attività illecita".

A denunciarlo sono appunto i residente della zona, che chiedono di non essere ripresi né con foto né con nomi, "perché di quelle persone abbiamo paura". La battaglia contro lo spaccio di sostanze stupefacenti che avverrebbe costantemente all'interno dello spazio, dove si consumerebbero anche, è portata avanti dal Comitato Palomar Palazzuolo.

"Tossici e spacciatori hanno aperto un clubbino in via Palazzuolo, lo sanno tutti. Da più di un anno i cittadini di via Palazzuolo protestano contro il cambiamento di 'destinazione d’uso' del minuscolo locale, nato per depositare i bagagli e diventato invece la sede preferita di spacciatori e tossici, usato quotidianamente come privata 'stanza del buco'", si legge nell'amaro e sarcastico comunicato diffuso dal comitato in occasione del presidio.

"Il 'Leave the Luggage' è un luogo buono per farsi: illuminato, riparato se piove, relativamente caldo, aperto tutto il giorno dal mattino alla sera. Gli spacciatori arrivano in bici, in monopattino o a piedi, aspettano il cliente, si mettono alla porta e badano a non essere disturbati nei loro traffici febbrili. Nulla di strano considerando quanto fiorente sia lo spaccio in zona", prosegue lo scritto.

I cittadini presenti al presidio confermano. "Qua è un via vai continuo, la situazione è insostenibile. Ma lo spaccio è fiorente anche all'interno di altre attività", sostengono. La proprietaria del piccolo spazio, una donna di origini filippine, è stata interpellata dal comitato, che le chiede di chiudere la porta in maniera permanente e di renderla apribile solo con dei codici, come avviene in tante altre città del mondo.

A lungo però la donna avrebbe risposto "picche", nulla da fare. Ora, fa sapere sempre il comitato, pare invece che si stia attivando per mettere questi benedetti codici d'accesso.

"Abbiamo denunciato la situazione molte volte all’assessore alla sicurezza Benedetta Albanese, al comandante dei vigili, alle forze dell’ordine. In un anno nessuno si è mosso. Era una cosa piccola da farsi. Niente. Non hanno saputo né voluto fare niente. Il risultato è che l'attività della 'stanza del buco' è aumentata. Lo sanno tutti", si legge ancora nel volantino diffuso ai passanti. "Avevamo chiesto una biblioteca e l’ampliamento dell’esistente ludoteca, ci è toccato invece il clubbino del buco", dicono ancora, esasperati, dal comitato.

L'assessora Albanese, che più volte ha incontrato il comitato, pare però finalmente intenzionata a prendere più di petto la questione, assieme all'assessore allo sviluppo economico Bettarini: Palazzo Vecchio fa infatti sapere di lavorare ad una modifica del regolamento Unesco, per imporre alle attività del tipo di cui sopra di prevedere obbligatoriamente un accesso regolamentato.

La questione domani finirà, nuovamente, anche in consiglio comunale, con una nuova interrogazione alla giunta annunciata dalla sinistra di Palagi e Bundu. "Siamo al fianco della cittadinanza e l'irritazione è tanta, perché già mesi fa avevamo sollevato la questione senza avere risposte", dicono i due. Che questa sia la volta buona?

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FOTO - "Qui pippano anche i bagagli", la protesta schock contro lo spaccio

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