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L'intervento / Sesto Fiorentino

Sgombero lampo per le ultime palazzine occupate a Sesto Fiorentino

Intervento delle forze dell’ordine su richiesta della proprietà: “Immobile pericoloso”

È durata solo 24 ore l’occupazione delle palazzine di via Gramsci a Sesto Fiorentino, a poche decine di metri dal cimitero. Già questa mattina c’è stato infatti lo sgombero da parte delle forze dell’ordine su richiesta di Ferrovie dello Stato per inagibilità dell’immobile, considerato pericoloso.

Gli occupanti, una ventina tra cui diversi minori e anche qualche bambino ma non tutti erano presenti al momento dello sgombero, non hanno opposto alcuna resistenza, anche se adesso resta il problema di dove trovare un tetto.

“Non ci sono state le condizioni per aprire nessuna trattativa, non siamo riusciti a trovare un mediatore per parlare con la proprietà o con il Comune”, dicono dal Comitato per il diritto all’abitare. “Consideriamo questa occupazione una sconfitta, un punto basso della lotta rivendicativa”.

Le palazzine, espropriate per i cantieri dell’Alta velocità, erano vuote da oltre dieci anni, poiché i tecnici avevano rilevato problemi strutturali dovuti ai lavori sotterranei.

“Ancora una volta si è scelto lo sgombero al dialogo e la cosa che ci ha fatto più male, è stata la totale assenza di mediazione fra le parti. Abbiamo cercato in tutti i modi di arrivare a una soluzione più soft possibile. Sapevamo che lo sgombero sarebbe stato rapido ma ci aspettavamo almeno una presenza conciliante nel momento della sua esecuzione. Invece tutto è sfumato nella giornata, quando passavano le ore e tutti gli appelli cadevano nel vuoto. Questo gesto rischiava di trasformarsi nella solita occupazione senza senso, dove si lotta per una stanza senza prospettiva. Abbiamo allora deciso di abbandonare l’immobile in modo spontaneo e autonomo. Con l’amarezza di non aver dato nulla e di vedere molte persone, tornare nelle situazioni di estremo disagio in cui vivevano fino al giorno prima. Questa è una sconfitta, non per colpa nostra, che però non metterà fine alla rabbia, alla voglia di esistere e di farsi notare - ribadiscono dal Comitato - Sappiamo benissimo qual è il clima in questo paese e sappiamo che dovremmo trovare sempre nuovi metodi per farci ascoltare, senza che la povertà diventi una museruola!”.

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