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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Castello, dopo la sentenza riparte la corsa a costruire: ecco le ipotesi

Dopo la sentenza del Tribunale via i sigilli ai terreni sequestrati. Tra l'ampliamento dell'aeroporto e la suggestione del nuovo stadio, passando per case, alberghi, centri commerciali

Il giorno dopo la sentenza del Tribunale di Firenze, si riapre la partita sulla grande area posta sotto sigilli per gli ultimi quattro anni e mezzo, dal novembre del 2008 a ieri. Si tratta di 168 ettari circa, di proprietà prima di Fondiaria Sai ed ora del gruppo Unipol. Che ne sarà? E’ un boccone ghiotto per l’appetito dei costruttori, e ripartono le prime ipotesi. Con il sindaco Matteo Renzi che lunedì scorso in Consiglio comunale già metteva le mani avanti: “No ad una colata di cemento”, invitando a riflettere su cosa costruire in un’area dove dovrebbe sorgere la nuova pista di Peretola. In sostanza, dice il sindaco, meno case e più spazi commerciali e verde pubblico.

Prima del sequestro, a seguito dell’indagine che vedeva coinvolti, con diversi capi di imputazione su cui spiccava la corruzione e l’ipotesi di un sistema corruttivo a più livelli, tra gli altri gli ex assessori comunali (nell’allora giunta guidata da Leonardo Domenici) Graziano Cioni e Gianni Biagi (quest’ultimo l’unico condannato, ad un anno, per abuso d’ufficio e turbativa d’asta), l’ex patron di Fondiaria Salvatore Ligresti e il suo braccio destro Fausto Rapisarda, gli architetti Marco Casamenti e Vittorio Savi (nel frattempo deceduto), la ‘colata di cemento’ prevista era di oltre un milione e 400 mila metri quadri di nuove abitazioni, alberghi, negozi e uffici pubblici, a fronte di 80 ettari di parco e verde pubblico. C’è da vedere cosa succederà adesso, dal momento che una parte dei terreni a cui sono stati tolti i sigilli sono già
edificabili.

Chi si farà avanti? “I Della Valle, che alla Mercafir potrebbero fare lo stadio e a Castello la cittadella tematica sempre sognata?”, si chiede Ernesto Ferrara oggi su Repubblica Firenze. Vede una situazione parecchio incerta La Nazione, dove Francesco Gurreri scrive: “Per ora, nonostante il dissequestro dell’area, mi pare si tratti di ‘linee direttive’. […]. Poi, c’è da far tornare i conti con Prato, Sesto e Campi”.

Già, e forse non sarà così facile, visto che Prato è già pronta alla barricate contro la nuova pista aeroportuale convergente all’autostrada A11. “Ci sono voluti 30 anni per tornare al punto di partenza”, scrive Marzio Fatucchi sul Corriere Fiorentino ricordando il primo progetto del 1983, aggiungendo più avanti: “Se Cioni non fosse stato messo ai margini […], come sarebbero andate a finire le primarie di Firenze? Avrebbe vinto Matteo Renzi?”.

Di se però non si fa la storia, che intanto è andata avanti. E potrebbe in teoria ribaltarsi ancora nel caso l’accusa, lette le motivazioni della sentenza, che usciranno entro i prossimi tre mesi, decidesse di ricorrere in Appello (cosa che farà sicuramente Biagi, l’unico condannato, appunto). In questi anni intanto si è costruita la scuola dei Marescialli, che non è certo un bel vedere (per molti un pugno in un occhio).

Ora chissà. La spinta a costruire è sempre forte, soprattutto in un momento di crisi occupazionale quale attraversiamo oggi. Anche se il costruire non porta solo benessere: “Otto metri quadrati al secondo, per ciascun secondo degli ultimi cinque anni: questo il ritmo del forsennato consumo di suolo che sta consumando l’Italia. […]. È come se ogni anno si costruissero due o tre città nuove, delle dimensioni di Milano e di Firenze, e questo in un Paese a incremento demografico zero”, così ha scritto su Repubblica lo scorso 8 febbraio Salvatore Settis, che dell’argomento scrive spesso.

Chissà se Firenze avrà la forza di pensare a un nuovo modello di sviluppo urbano, magari partendo dal recupero dell’immenso patrimonio edilizio in disuso, o se seguirà anch’essa la facile via del consumo di suolo.

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