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Cronaca Centro Storico / Via dell'Amorino

I segreti di via dell’Amorino

Le vie di Firenze raccontano tante piccole storie, la via dei Leoni racconta di quando in città crescevano i teneri felini, mentre via dell'Amorino nasconde aneddoti di passione e lussuria.

Le vie di Firenze raccontano tante piccole storie, la via dei Leoni racconta di quando in città crescevano i teneri felini, mentre via dell’Amorino nasconde aneddoti di passione e lussuria.

Si dice che il nome derivi da una fanciulla dai facili costumi che intraprendeva più di una relazione contemporaneamente. Ma la versione più probabile è il nome della strada sia collegato alla vicina via di Sant’Antonino, che in origine si chiamava via dell’Amore, e della boccaccesca vicenda che vi capitò.

Nella strada abitava Nicia Calfucci con la sua bellissima moglie, Lucrezia, che era desiderata da immemore tempo da Callimaco dei Guadagni.

La coppia non riusciva ad avere figli e come spesso accadeva all’epoca, il marito incolpava la moglie di sterilità. Un giorno si presentò a Nicia un complice di Callimaco, Ligurio, che gli rivelò un metodo infallibile per guarire la sterilità della moglie.

La soluzione era la mandragola: una pianta magica di cui doveva preparare un infuso da far bere a Lucrezia, con la sola avvertenza che il primo ad avere dei rapporti con lei - dopo aver bevuto la pozione - sarebbe morto. Nicia disperato acconsentì a tal pratica e incalzato da Ligurio gli affidò il compito di trovare un disgraziato di cui sacrificare la vita.

Finalmente il desiderio di Callimaco diventò realtà e poté consumare una notte d’amore con Lucrezia.

La vicenda fece, ovviamente, ridere tutta Firenze e si dice che ispirò la Mandragola di Machiavelli. Un dato di fatto è che in via dell’Amorino fino al 1958, con l’attuazione della Legge Merlin, ci furono due dei più famosi casini di Firenze.

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