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Cronaca

25 aprile: Giani, Segre e Fico a Stazzema. Nardella: "E' importante combattere l'odio"

Le celebrazioni regionali per la Festa della Liberazione. A Firenze la cerimonia nel salone dei Cinquecento

A Sant'Anna di Stazzema, luogo simbolo della crudeltà nazifascita, si sono riuniti questa mattina il presidente Eugenio Giani e il sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, presenti alle celebrazioni, anche se in video messaggio, anche il presidente della Camera, Roberto Fico, e la senatrice a vita Liliana Segre.

Il discorso di Liliana Segre

Come ci ammoniva Primo Levi non bisogna mai abbassare la guardia: ciò che è accaduto può sempre tornare a minacciarci, anche se in forme nuove e subdole. Per questo nei mesi scorsi ho appoggiato la proposta di legge di iniziativa popolare promossa proprio contro ogni forma di propaganda e per il divieto di linguaggi, simboli, manifestazioni del fascismo.Il biennio 1944-1945 copre un arco di tempo dei più tragici della storia dell’umanità, ma include anche la finale vittoria delle forze antifasciste e l’apertura di una stagione nuova per Italia e per il mondo. E la città martire di Sant’Anna, luogo simbolo della tragedia del `900, è anche un luogo cruciale della nostra memoria proprio perché tiene insieme i due estremi: una strage orrenda e una resistenza portò avanti la sua missione fino alla liberazione. 

Le parole del ministro Speranza

Guardare alla Resistenza, alla battaglia e alla liberazione del 25 aprile significa per me avere in testa prima di tutto i valori della nostra Costituzione, la Costituzione democratica, dei nostri padri, di chi combattuto per la libertà e per l'uguaglianza: è una battaglia che non dobbiamo mai considerare come acquisita, come definitiva, la Costituzione va difesa ogni giorno, nel suo valore, nella sua forza. Un pezzo di storia che non dobbiamo dimenticare. Penso per esempio come ministro della Salute - ha aggiunto - a quanto conti difendere l'articolo 32 della Costituzione dove c'è scritto che va difesa la salute di tutti, senza differenza.

La cerimonia a Firenze

Una festa della liberazione a distanza che ha visto il salone dei Cinquecento come base di partenza delle celebrazioni ufficiali per il 76esimo anniversario della Liberazione nazionale, nell'ambito della quale è intervenuta anche la vicepresidente nazionale dell’Anpi e presidente dell’Anpi Firenze Vania Bagni.

"Oggi è una festa particolare, come lo è stata quella di un anno fa - ha dichiarato il sindaco Dario Nardella durante l'inaugurazione della cerimonia -, e la celebriamo in diretta streaming dal Salone dei Cinquecento insolitamente vuoto, invece che in piazza. Stiamo vivendo un momento delicato e complesso, carico di preoccupazioni, angosce e aspettative per il futuro, che risente dei sacrifici pesanti di questi lunghi mesi di restrizioni. Allo stesso tempo, però, è un momento pieno di speranza perché se i nostri padri e i nostri nonni hanno saputo combattere contro l’odio, il razzismo e l’oppressione nazifascista, noi dobbiamo essere all’altezza di chi ci ha preceduto per combattere le sfide che il tempo ci pone di fronte, a cominciare da questa terribile pandemia".

25 aprile: tutte le iniziative a Firenze e dintorni

L’iniziativa, che è stata trasmessa esclusivamente on line sul Canale YouTube ‘Dirette streaming della Città di Firenze’, si è aperta con l’Inno d’Italia eseguito dal duo di Fisarmoniche Irene Squizzato e Antonio Zappavigna del Conservatorio di musica “Luigi Cherubini” e si è chiusa con i due giovani musicisti che hanno suonato “Bella Ciao”. Il sindaco, oltre a intervenire in ricordo della Liberazione d’Italia, ha dialogato con lo studente e attivista politico Leonardo Margarito e con Barbara Serra, giornalista di Al Jazeera in collegamento da Londra, autrice del documentario “Fascism in the Family”. Giornalista televisiva con oltre quindici anni di esperienza nei principali canali all-news internazionali (ha lavorato per BBC, Sky News e Five News), Serra è conduttrice della redazione di Londra di Al Jazeera English e opinionista del programma ‘Tv Talk’ in onda su Rai 3.

Le celebrazioni in città, medaglia d’oro della Resistenza, sono iniziate in piazza dell’Unità d’Italia, dove, come da tradizione, due agenti della Polizia municipale in alta uniforme hanno deposto una corona di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre alla presenza del sindaco Dario Nardella, del presidente del Consiglio comunale Luca Milani, del prefetto Alessandra Guidi, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, della presidente dell’Anpi Firenze Vania Bagni e di una delegazione ristretta delle forze armate. A seguire, il sindaco si è recato al Sacrario di Campo di Marte, allo stadio Franchi, dove insieme all’assessore alla Cultura della memoria Alessandro Martini, al presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi, alla consigliera comunale Mimma Dardano, alla presidente dell’Anpi Firenze Vania Bagni e a Giancarlo Antognoni in rappresentanza di ACF Fiorentina ha partecipato alla cerimonia di deposizione di una corona per ricordare la fucilazione allo stadio del Campo di Marte, avvenuta il 22 marzo del 1944, di cinque giovani di Vicchio di Mugello condannati a morte dal tribunale fascista e insigniti di medaglia d’oro al valor civile.

“Abbiamo deciso di festeggiare questo 25 aprile nei luoghi tradizionali, ma anche in luoghi nuovi - ha spiegato il sindaco Nardella -, che legano in qualche modo Firenze alla lotta al nazifascismo. A Campo di Marte abbiamo onorato i cinque giovani di Vicchio di Mugello condannati a morte dal tribunale fascista, mentre in ogni quartiere i presidenti, un rappresentante dell’Anpi e i cittadini hanno ricordato i luoghi che sono la testimonianza materiale di quello che Firenze ha sofferto durante il nazifascismo con le leggi razziali, le deportazioni e le privazioni delle libertà fondamentali”. “Firenze si è liberata da sola l’11 agosto 1944 e questa è la cosa di cui sono più orgoglioso - ha continuato Nardella -. Gli alleati che furono preziosissimi e fondamentali arrivarono quando la città era già liberata, mentre il 25 aprile rimane per tutti noi una data nella quale riscoprire un senso di identità e memoria per tutto il Paese”.

Nel corso della mattinata, oltre alla cerimonia al Sacrario di Campo di Marte, si sono tenute iniziative all’esterno in luoghi simbolo dei 5 quartieri, dove erano presenti i presidenti e un rappresentante dell’Anpi per deporre una corona di alloro in ricordo dei caduti: il presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci era in via Pandolfini (angolo via del Crocifisso) alla lapide a Senigallia; la presidente del Quartiere 3 Serena Perini al Monumento ai caduti a Ponte a Ema; il presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli al Monumento ai caduti in piazza Dalmazia, mentre il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni era alla Terrazza dei partigiani al cimitero di Soffiano.

Una corona di alloro è stata deposta, tra gli altri, dall’assessore Martini e dal presidente del Consiglio Milani alla Fortezza da Basso al monumento dell’Associazione nazionale ex internati.

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